Chirurghi o chirurgi?
Chirurghi o chirurgi? Come si scrive?
Ci sono nella lingua italiana una serie di plurali problematici, che fanno dubitare quale sia la giusta grafia come di fronte a chirurghi o chirurgi. Se vi domandate quale sia il plurale di chirurgo, non siete i soli a rimanere indecisi su cosa scrivere come desinenza: -ghi o -gi?

Si tratta di un plurale che lascia perplessi come nel caso di sociologi o sociologhi e nell’analogo dilemma psicologi o psicologhi. In questi casi qui elencati si può scegliere a discrezione tra le due forme, in entrambi i casi non si commetterà un grave errore.
Per quanto riguarda chirurghi o chirurgi si deve precisare che tutte e due le forme si possono considerare esatte, anche se per convenzione si è portati ad adoperare soprattutto la forma che prevede la presenza della h. Ma per il plurale di chirurgo nell’italiano scritto si adopera anche la grafia senza la h, quindi non si deve considerare uno sbaglio grammaticale blu.
Nel caso di incertezze di fronte alla formazione di plurali criptici, come nel caso qui segnalato, se proprio si vuole fare riferimento ad una regola standard che aiuti a ricordare come comportarsi, si suggerisce di fare affidamento alla seguente linea guida. Anche se si può dire chirurgi o chirurghi a propria discrezione, conservando la doppia grafia nella scrittura, si può fare fede comunque ad una regola pratica.
Come si scrive: chirurghi o chirurgi?
Dinanzi alla parola chirurgo si dovrebbe ricordare che si tratta di una parola su cui ricade l’accento sulla penultima sillaba, si tratta di una parola piana (l’accento cade sulla “u”), senza trascurare il fatto che la desinenza del singolare (-go) ha davanti una consonante. Tenendo conto di questi elementi allora nel formare il plurale si deve applicare la regola che prevede la h: chirurghi, in quanto si è al cospetto di una parola piana con sillaba finale -go preceduta da consonante.
Risultano spinosi anche i plurali dei nomi che terminano in –logo, che è una base etimologica che rimanda al greco logos che ha il significato di pensiero o parola. Questi termini formano il plurale in –ghi, e nella maggior parte dei casi si tratta di termini sdruccioli. Mentre nel caso delle professioni si tratta per lo più di parole che terminano in gi come nel caso di: sociologi, virologi e psicologi. Si deve ricordare che si applica la regola che dice che davanti alla desinenza -go (-co) se si ha una vocale e la parola è piana allora il plurale prevede la desinenza in -gi (-ci).
Questa confusione si deve a due tendenze della nostra lingua che cozzano però tra di loro e che portano a rendere più dolce il suono duro della “g” e della “c” in presenza di una “i” mediante il processo della cosiddetta palatalizzazione, ma allo stesso tempo ci si lascia influenzare dalla coerenza di tipo morfologico che porta a non applicare una simile opzione.