Coltello o cortello?
Coltello o cortello? Come si scrive
Il dubbio nasce dalla confusione creata dal parlato, che spesso lascia delle tracce di alcuni inciampi nell’italiano scritto, che però non passano inosservati.

Si dice cortello o coltello?
Per questioni di pronuncia agevolata si è portati talvolta ad articolare una “r” prima della “t”, come confermato dagli errori comunemente commessi dai bambini alle prese con le loro prime parole, durante il periodo dell’acquisizione del linguaggio. Infatti i più piccoli prima di usare convenzionalmente la forma corretta tendono a dire cortello anziché coltello.
Ma agli adulti non sono concessi sconti quindi in caso di scorretta grafia, l’errore viene sottolineato, anche se si tratta di un errore alquanto comune che tende a persistere tanto nel parlato quanto nell’italiano scritto, come testimoniato dai dati raccolti qualche tempo fa dall’Accademia della Crusca che ha condotto un’indagine sulle abitudini linguistiche degli italiani. La percentuale di chi pronuncia cortello non risulta bassa soprattutto in alcune regioni italiane, dove la pronuncia scorretta ha una sua base soprattutto dialettale e gergale.
Qual è la forma corretta: coltello o cortello?
Una spiegazione più dettagliata di questo strano fenomeno, che porta a degli svarioni nel passaggio dalla lingua parlata a quella scritta si deve a dei processi di natura prettamente fonetica, come nel caso del rotacismo, un fenomeno linguistico che porta le consonanti alveolari sonore d, l, n, z, ad essere trasformate in r.
Questo fenomeno fonetico si rintraccia principalmente nel passaggio dall’italiano al latino, come anche in diversi dialetti di largo uso nel nostro territorio nazionale.
La risposta è: coltello e non cortello.
La pronuncia cortello al posto di quella giusta coltello ha creato e continua a creare confusione, vista la tendenza di qualcuno di scrivere il termine con la consonante “r” al posto della “l”. Ma la corretta ortografia che rimanda all’etimologia latina cultellus, che è un diminutivo di culter, è quella con la consonante “l”. I dubbi tra la grafia corretta e la versione con la “r”, dimostrano che l’uso dell’italiano non è per nulla scontato ma che deve fare affidamento a grammatica e regole fonetiche collaudate, e non su modi di dire di tipo dialettale.