Fisioterapista: di cosa si occupa e cosa cura
Oggi parliamo di fisioterapia e del professionista di riferimento, il fisioterapista
La figura del fisioterapista sta godendo negli ultimi anni di un rinnovato interesse che ha portato molti a chiedere l’aiuto di questo professionista. Si ricorda che questa branca della medicina si pone come obiettivo quello di prevenire, e se necessario trattare eventuali problematiche che possono interessare l’apparato muscolo-scheletrico, ma anche il sistema neurologico e quello viscerale.
In quanto disciplina che si prende cura del corpo la fisioterapia (fisiokinesiterapia, di cui è nota anche l’abbreviazione fkt, rimanda al lemma greco “fisio” che significa naturale, mentre il termine “kinesi” significa movimento) vanta un ruolo centrale soprattutto nel settore della riabilitazione motoria.

Solo delle mani esperte possono praticare questa disciplina, che consiste in una terapia naturale che impiega il movimento per curare disturbi di diversa entità. Per esercitare la professione è necessario conseguire la specifica laurea in Fisioterapia, un iter che prevede 3 anni di studi accademici per poi iscriversi eventualmente a specialistiche e master per acquisire così delle competenze più approfondite sull’anatomia e su patologie ortopediche, problematiche muscolo-scheletriche, disturbi di natura neurologica. Si precisa che di solito lo specialista si concentra o sul trattamento di quelle condizioni che pesano sull’apparato muscolo-scheletrico, o si focalizza su patologie neurologiche.
Qual è il campo d’azione del fisioterapista: ecco le competenze dello specialista
Dal punto di vista pratico, un fisioterapista cerca di contrastare l’insorgenza di condizioni serie e di curare disturbi che ostacolano i movimenti, intervenendo su cause che sono per lo più di natura traumatica, fisiologica e posturale. La prevenzione è una delle principali strategie in mano a questo professionista, perché con il suo intervento è in grado di risalire alla fonte del disagio impedendo che il paziente vada incontro ad un decorso più grave di tipo patologico. Spesso i fisioterapisti guidano gli sportivi e gli atleti nella prevenzione di infortuni e traumi articolari e muscolari.
Ma sono soprattutto i pazienti alle prese con problemi cronici oppure acuti a rivolgersi al professionista, nel caso di dolore muscolo-scheletrico a carico della colonna vertebrale e della schiena. Dopo un’attenta valutazione del quadro del soggetto, il fisioterapista individua le terapie da eseguire sul paziente per ridurre il dolore e favorire così il processo di recupero, ripristinando la capacità motoria ed impostando una riabilitazione ad hoc.
Quali sono i campi d’azione del fisioterapista?
L’intervento del professionista permette di risolvere problematiche a carico dell’apparato muscolo scheletrico e patologie di tipo neurologico. In sostanza diversi disturbi possono essere trattati oggigiorno dalle mani esperte dello specialista in fisioterapia, che può pendersi carico di casi di: fratture delle ossa; difetti posturali; problemi muscolari in seguito ad un trauma; riabilitazione post-intervento oppure in seguito ad un impianto di protesi.
I fisioterapisti in genere si occupano di soggetti colpiti da: artrosi, artriti, colpo di frusta, lombalgia, cervicalgia, sciatalgia, ernia del disco, scoliosi, lesioni dei legamenti, distorsioni, lussazioni, sindrome del tunnel carpale, tendiniti. Ma lo specialista tratta anche casi di riabilitazione neurologica che riguardano problematiche relative alla mobilità, per via di danni a carico del sistema nervoso da imputare principalmente ad un ictus, aneurisma cerebrale, patologie neurodegenerative (sclerosi multipla, distrofie muscolari, morbo di Parkinson, SLA).

La valutazione fisioterapica: il primo passo verso la riabilitazione
La prima tappa nell’approccio della fisioterapia consiste nell’eseguire una valutazione approfondita, per poi poter avviare un preciso percorso riabilitativo. Nel corso della cosiddetta valutazione fisioterapica il professionista cerca di ricostruire il quadro del paziente, cercando di acquisire più informazioni possibili sul suo stato con lo scopo di individuare la causa del suo disturbo. Ma è necessario inoltre conoscere la storia clinica del soggetto e le sue abitudini quotidiane, professionali e sportive.
Per questa ragione lo specialista pone una serie di domande al paziente riguardanti principalmente la descrizione del dolore e gli eventuali altri sintomi che lo assillano. Dopo questa prima valutazione si possono anche eseguire dei test ad hoc, utili per rilevare l’intensità del disagio ed altre caratteristiche. Dopo aver stilato un quadro approfondito si individua in comune accordo con il paziente il trattamento più adatto. Nella maggior parte dei casi si tratta di una terapia individuale che si snoda in diverse sedute, e può consistere in cure manuali, terapie con l’impiego di strumenti oppure nell’esecuzione di esercizi specifici in sala riabilitativa.
Le principali terapie del percorso fisioterapico
Le mani rappresentano uno dei principali strumenti di lavoro di questo professionista, visto che diverse terapie fisioterapiche prevedono l’uso manuale. Anche se si usa il termine massoterapia impropriamente per quanto riguarda i fisioterapisti, i massaggi costituiscono delle strategie che spesso mettono in campo per trattare diverse problematiche. Si tratta di una vera e propria terapia manuale che si articola in diverse tecniche, che prevedono solo l’impiego delle mani. Il trattamento manuale fisioterapico permette sia di lenire il dolore sia di stimolare la mobilità in base alla stessa patologia.
Ma lo specialista impiega anche delle terapie strumentali (fisiche) che utilizzano degli specifici macchinari con lo scopo di prestare delle cure al paziente, come nel caso della laserterapia che sfrutta una luce terapeutica o nel caso della cosiddetta tecarterapia che impiega invece come fonte energetica un campo magnetico dotato di elevata frequenza; molto diffusa anche la bemerterapia che beneficia dell’azione delle onde elettromagnetiche.
Questa serie di terapie fisiche non solo sono in grado di ridurre eventuali dolori ma agevolano anche la guarigione di tessuti, muscoli ed ossa. In base alla patologia, ed al suo stadio, i fisioterapisti ricorrono a delle specifiche terapie che negli ultimi anni hanno potuto beneficiare di innovazioni tecniche all’avanguardia, che ne hanno potenziato l’efficacia.

Perché è cruciale il lavoro che il paziente svolge in sala riabilitativa sotto la guida dello specialista?
Il trattamento riabilitativo è di fondamentale importanza, soprattutto nel caso in cui il paziente è reduce da un infortunio o da un intervento chirurgico. Allo stesso tempo attraverso le sedute riabilitative si prevengono casi di problematiche che tendono ad essere recidive. Nello specifico in sala riabilitativa il soggetto non solo recupera il corretto assetto posturale, ma corregge l’equilibrio, potenzia la propriocezione, rinforza muscoli ed articolazioni, acquista maggiore controllo motorio. Attraverso tecniche manuali, esercizi posturali ed impiego di macchinari è possibile favorire la riabilitazione del paziente.
Il percorso per diventare fisioterapisti e le differenze con altri professionisti
Per esercitare la fisioterapia come professione è necessario seguire un preciso iter, e per essere abilitato per esercitare la professione si deve acquisire il titolo accademico relativo, ossia una laurea triennale in fisioterapia (Classe L/SNT2) che è un corso universitario che rientra nell’ambito della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Per avere accesso al corso di laurea in molte università è necessario superare un test d’ingresso in quanto si tratta di percorsi accademici a numero chiuso.
Per quanto riguarda il conseguimento della laurea, essa ha valore di esame di stato che abilita allo stesso esercizio della professione. Si precisa poi che la laurea triennale in fisioterapia consente l’iscrizione a corsi di Laurea Magistrale, relativi alla Classe delle Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie (LM/SNT2). Ma è possibile anche accedere a master professionali universitari di primo livello dopo la laurea, e volendo ci si può iscrivere a corsi di formazione che non prevedono tra i requisiti la laurea.
Cosa differenzia un fisioterapista da un osteopata?
Queste due figure spesso si trovano a collaborare tra loro, ed infatti l’osteopatia ha diversi ambiti di competenza tra cui la fisioterapia, lo sport, lo studio posturale. Ad oggi non esistono corsi di laurea specifici né tantomeno vi è una letteratura medica di riferimento che può contare di una sua valenza. Per questo la figura dell’osteopata non può avvalersi dell’appellativo di professione sanitaria anche se è riconosciuta dal Ministero della Salute, grazie alla legge 3/2018, tra le nuove professioni insieme a quella del chiropratico.
È ancora oggetto di discussione la possibilità di istituire un relativo corso di laurea che abiliti alla professione sanitaria, come è successo alla fisioterapia. Per questo motivo è bene distinguere le tecniche osteopatiche con valore di attività sanitaria dai trattamenti che solitamente esegue l’osteopata. Come figura di tipo professionale, l’osteopata svolge delle attività distinte dal fisioterapista, anche se sussistono delle analogie ed infatti molte tecniche di tipo osteopatico sono di competenza di medici e di fisioterapisti che sono regolarmente abilitati. Le figure professionali che praticano le tecniche osteopatiche, in quanto soggetti qualificati, anche se non in possesso di una laurea in medicina oppure in fisioterapia, in genere praticano la disciplina dopo aver seguito dei corsi.
Il fisioterapista può essere considerato un massoterapista?
Si deve premettere che la massoterapia è una tecnica che promuove la manipolazione del corpo attraverso le mani, seguendo delle tecniche per la rieducazione motoria e per favorire il recupero posturale. Dal punto di vista professionale i massofisioterapisti in possesso di un titolo universitario triennale o biennale, precedente la data del 17 marzo 1999, sono stati equiparati ai fisioterapisti e così hanno potuto accedere all’albo. Ma nel caso dei massofisioterapisti che hanno conseguito lo specifico titolo dopo il 1999 non vi è equiparazione con i professionisti di tipo sanitario anche se questa figura può collaborare con medici e fisioterapisti.
Qual è la differenza tra fisiatra e fisioterapista?
Tra fisiatra e fisioterapista l’ambito di competenza, e non solo, è ben diverso. Nello specifico il fisiatra è un medico che si è specializzato in Medicina Fisica e Riabilitativa, per tale ragione può visitare, formulare diagnosi e prescrivere terapie farmacologiche, ma anche di tipo fisioterapico. Non è competenza del fisiatra eseguire le terapie e la riabilitazione che spettano invece al fisioterapista.
Si deve poi ribadire che il fisioterapista non è un medico quindi non può formulare né una diagnosi né prescrivere dei farmaci, mentre può formulare una valutazione in merito alle condizioni del paziente, e se in possesso delle relative competenze può raccomandare un percorso di cura o riabilitazione ai pazienti.
Come diventare fisioterapista?
Per diventare fisioterapista bisogna conseguire una laurea triennale in fisioterapia. Il corso di laurea non è libero a tutti ma è a numero chiuso, bisogna quindi superare il test di ingresso, il numero dei fisioterapisti ammessi al corso di laurea varia generalmente dalla richiesta quindi, il numero potrebbe cambiare di anno in anno. Per prepararsi all’esame d’ingresso per fisioterapia bisogna munirsi di manuali specifici dove studiare, in alternativa esistono corsi privati di preparazione ai test d’ingresso in fisioterapia.
Riferimenti bibliografici