Gli articoli, grammatica italiana: quali sono e cosa sono
La nostra grammatica si compone di diversi mattoncini: si tratta delle nove parti del discorso, tra cui gli articoli, che si impiegano per formare una frase di senso compiuto.

Questa parte del discorso costituisce un gruppo di elementi grammaticali, che si suddivide in diverse tipologie da utilizzare in base alla specifica funzione e caratteristica.
Per dare una sfumatura particolare ad una frase, come anche un senso preciso, si deve adoperare il giusto articolo, in modo consapevole e rispettoso delle regole grammaticali.
Che cosa sono gli articoli nella grammatica italiana?
L’articolo si definisce in linguista “morfema”, termine con il quale si designa un’unità minima ed elementare dotata di significato, la cui funzione è quella di accompagnare il sostantivo come anche un’altra parte del discorso, fornendo così informazioni specifiche.
Questa parte variabile del discorso, in quanto elemento che attribuisce la stessa funzionalità alla categoria grammaticale ed una connotazione sintattica, si adopera per la costruzione delle frasi. Nel contesto di un discorso questa unità basilare della nostra grammatica precede il sostantivo, ne rappresenta il suo punto di riferimento, perciò deve sempre concordare con esso per quanto riguarda genere e numero. La grammatica italiana distingue tre tipi diversi di articoli:
- determinativi (il, lo, la, i, gli, le);
- indeterminativi (un, uno, una);
- partitivi (del, dello, della, dei, degli, delle).
Andiamo ad esaminare le caratteristiche e le funzioni che svolge questo morfema all’interno di un enunciato, precisandone anche il corretto uso dal punto di vista grammaticale.
Articoli determinativi: caratteristiche e funzione
Gli articoli determinativi, da concordare nel genere e nel numero, hanno una precisa funzione: indicano persone, cose ed animali in modo ben definito. Il nostro sistema grammaticale distingue al singolare le forme:
- maschile: il, lo o l’ (nel caso in cui il nome che lo precede inizia per vocale);
- femminile: la o l’ (nel caso in cui il nome che lo precede inizia per vocale).
Per quanto riguarda poi la declinazione al plurale:
- maschile: i, gli;
- femminile: le.
Oltre a rispettare la concordanza di genere e numero con il sostantivo, l’articolo determinativo deve essere utilizzato in precisi contesti, ossia quando si parla di qualcuno o di qualcosa di definito o che risulta noto, in caso contrario si deve ricorrere all’articolo indeterminativo, che designa invece qualcuno o di qualcosa che non è stato ancora nominato.
Per convenzione si usa l’articolo determinativo per far riferimento a:
- cognomi, se si vuole indicare una famiglia, i coniugi o un’intera famiglia o davanti a quelli di una donna;
- soprannomi;
- nomi comuni;
- nomi di parentela plurali che sono diminutivi;
- nomi preceduti da un aggettivo possessivo o seguiti da un aggettivo qualificativo;
- nomi geografici (nella maggioranza dei casi);
Ecco delle linee guida che chiariscono i casi in cui non è possibile adoperare gli articoli determinativi:
- in un elenco;
- con nomi di città e piccole isole che non ne segnalano la presenza nella denominazione stessa;
- nel caso di nomi comuni singolari di parentela, se sono preceduti da un aggettivo possessivo (mentre fanno eccezione i casi che riguardano la terza persona plurale);
- con i nomi propri
- in caso di cognomi.
Articoli indeterminativi: caratteristiche e funzione
A differenza del gruppo degli articoli determinativi, quelli indeterminativi si riferiscono a persone, cose ed animali di cui non si determina o conosce l’identità, quindi si utilizzano se si indica una persona o cosa che si menziona per la prima volta, e su cui si tornerà a parlare successivamente; come anche nel caso in cui si vuole parlare in modo generico di una persona o cosa.
Gli articoli indeterminativi si adoperano solo nella forma singolare:
- maschile: un, uno.
- femminile: una.
Si precisa che l’articolo “un” si impiega con i nomi maschili singolari che cominciano per vocale, ricordando di non commettere l’erroraccio di apostrofarlo come nel caso di: un asino, un amico, un aereo. Inoltre l’articolo “un” si impiega se il nome a cui rimanda inizia per consonante.
Fanno eccezione i nomi che iniziano per s + consonante, come anche quelli che iniziano con: x, y, z, ps, pn, gn, che invece devono essere preceduti da “uno”, come nel caso di: uno scoiattolo, uno yo-yo, uno zoccolo. La grammatica italiana segnala l’uso dell’articolo indeterminativo “uno” anche davanti ai nomi maschili che cominciano per la vocale “i” + vocale, come ad esempio: uno iato, uno iugoslavo, uno iettatore.
Per quanto riguarda poi la forma femminile, l’articolo indeterminativo “una” si utilizza con i nomi femminili nel caso dell’eventuale caduta della vocale si apostrofa in presenza di un nome che inizia con vocale, come nel caso di: un’auto, un’amica, un’avventura.
Per convenzione quando si vuole esprimere la forma plurale degli articoli indeterminativi allora si devono adoperare quelli partitivi, che non si devono però confondere nel corso dell’analisi grammaticale con le preposizioni articolate.
Articoli partitivi: come si formano e qual è il loro uso
Cosa sono gli articoli partitivi? Si tratta di un tipo di articolo che come menzionato in precedenza si impiega nel discorso in sostituzione non solo di quelli indeterminativi ma anche di quelli determinativi. Più precisamente il loro impiego nella forma singolare è consigliato se si vuole segnalare una parte di un insieme, come anche una quantità (come sinonimo di alcuni/e). L’articolo partitivo si costruisce ortograficamente unendo la radice della preposizione semplice “di” + le forme singolari e plurali, maschili e femminili dell’articolo determinativo (il, lo, la, i, gli, le). Queste sono le forme che si vengono a formare al singolare:
- maschile: del, dello, o dell’ (dall’incontro di + l’);
- femminile: della o dell’ (dall’incontro di + l’).
Mentre le forme del plurale dell’articolo partitivo sono:
- maschile: dei, degli;
- femminile: delle.
Vediamo ora qual è l’utilizzo dei partitivi maschili nella forma singolare e plurale all’interno di un contesto discorsivo. Le declinazioni del, dello, dei, degli si adoperano davanti ai nomi che cominciano con consonante, tranne nei casi dei sostantivi che iniziano con s + consonante e davanti a nomi che cominciano con: x, y, z o ps, pn e gn. I due partitivi maschili, dell’/degli, si utilizzano per precedere sostantivi che iniziano per vocale.
Il partitivo femminile nella forma singolare ed in quella plurale (della/delle) si usa davanti a nomi che cominciano per consonante, invece davanti a quelli che iniziano per vocale si deve adoperare la versione dell’. È bene poi ribadire che tale tipologia di articolo non deve essere confusa con le preposizioni articolate, che hanno la stessa ortografia, ma si adoperano con un loro significato specifico.