Le preposizioni, grammatica italiana: cosa sono e quali sono i vari tipi?
Le preposizioni sono parti invariabili del discorso, con una specifica funzione all’interno della lingua italiana. Come precisato dalla stessa etimologia latina, che rimanda al verbo praeponere, “mettere davanti”, si tratta di una parola accessoria che viene anteposta ad un nome, ad un pronome, ad un avverbio ma anche ad un verbo all’infinito, con la specifica funzione di precisare una funzione sintattica.

Che cosa sono le preposizioni nella grammatica italiana?
La preposizione è un elemento grammaticale che ha quindi una sua precisa collocazione all’interno di una frase, ed il suo posizionamento davanti ad un sintagma (nome, pronome, verbo, avverbio), ha la funzione di collegare tra loro parole, come anche intere frasi.
Questa parte del discorso svolge di fatto un ruolo centrale all’interno di un enunciato: mette in collegamento parole e frasi, per questa ragione, le preposizioni sono anche note con il nome di “funzionali subordinanti”, proprio perché stabiliscono dei legami di dipendenza ma anche dei rapporti di subordinazione.
La grammatica italiana distingue le preposizioni in tre categorie diverse:
- preposizioni proprie, che a loro volta si distinguono in quelle semplici ed in quelle articolate;
- preposizioni improprie;
- locuzioni prepositive.
Preposizioni proprie, qual è la loro funzione: come e quando si usano
Sotto l’etichetta di preposizioni proprie si racchiudono quelle semplici e quelle articolate. Facciamo un piccolo ripasso delle nove preposizioni semplici invariabili, ricordandole in successione:
- di
- a
- da
- in
- con
- su
- per
- tra
- fra
Per quanto riguarda quelle articolate, si tratta di parole accessorie variabili, che quindi devono concordare nel genere e nel numero con il nome che precedono richiamandolo. Dal punto di vista grafico la loro formazione nasce dall’accostamento di quelle semplice (di, a, da, in, con, su) con gli articoli: il, lo, la, l’, i, gli, le. Invece “per, tra, fra” non danno forma alla declinazione articolata.
Come si formano le preposizioni articolate
Ecco un prospetto riassuntivo su come si formano le preposizioni articolate, le quali come suggerisce il nome stesso, si formano dall’unione tra quelle semplice e gli articoli determinativi, sia nella forma singolare che in quella plurale, sia al maschile sia al femminile.
- del (dall’unione di + il), dello (dall’unione di + lo), della (dall’unione di + la), dell’ (dall’unione di + l’), dei (dall’unione di + i), degli (dall’unione di + gli), delle (dall’unione di + le); si devono però distinguere nel contesto discorsivo dagli articoli partitivi che invece denotano una quantità;
- al (dall’unione a + il), allo (dall’unione a + lo), alla (dall’unione a + la), all’ (dall’unione a + l’), ai (dall’unione a + i), agli (dall’unione a + gli), alle (dall’unione a + le);
- dal (dall’unione da + il), dallo (dall’unione da + lo), dalla (dall’unione da + la), dall’ (dall’unione da + l’), dai (dall’unione da + i), dagli (dall’unione da + gli), dalle (dall’unione da + le);
- nel (dall’unione in + il), nello (dall’unione in + lo), nella (dall’unione in + la), nell’ (dall’unione in + l’), nei (dall’unione in + i), negli (dall’unione in + gli), nelle (dall’unione in + le);
- col (dall’unione con + il), coi (dall’unione con + i);
- sul (dall’unione su + il), sullo (dall’unione su + lo), sulla (dall’unione su + la), sull’ (dall’unione su + l’), sui (dall’unione su + i), sugli (dall’unione su + gli), sulle (dall’unione su + le).
In alcuni casi le preposizioni semplici, come quelle articolate, possono andare incontro ad elisione davanti ad una parola che inizia per vocale, come confermato dai casi della caduta della vocale ‘i’ finale della preposizione “di”; invece la preposizione “da” non ammette in nessun caso il fenomeno linguistico dell’elisione.
Si deve poi precisare che “tra” e “fra” hanno lo stesso significato, e che la scelta dell’uso di una preposizione piuttosto dell’altra è legata a semplici ragioni di sonorità, che chiamano in causa l’eufonia, ossia un accostamento gradevole di suoni.
In alcuni casi questi mattoncini della grammatica italiana possono anche svolgere la funzione di avverbio o quella di interiezione, come nei casi delle espressioni Sali su! – Su, datti una mossa. Le preposizioni proprie, visto il loro posizionamento flessibile all’interno di una frase, possono assumere un significato differente, in base alla relazione ed al collegamento che creano con le parole a cui si riferiscono.
Preposizioni improprie, qual è la loro funzione: come e quando si usano
Si definiscono preposizioni improprie aggettivi, avverbi o verbi che all’occorrenza possono ricoprire la funzione di preposizione. Per chiarire meglio questo concetto è bene fare qualche esempio.
- Possono svolgere il compito di preposizione impropria gli aggettivi: lungo, vicino, lontano, salvo, secondo.
- Possono essere usati come preposizioni improprie anche gli avverbi, come nel caso di: prima, dopo, dietro, sopra, fuori, dentro, intorno, oltre, accanto.
- Anche alcuni verbi si impiegano con la funzione di preposizione, nel caso dei participi al tempo presente o passato, ecco qualche esempio esplicativo: durante, dato, mediante, rasente, escluso.
Le locuzioni prepositive: quale funzione svolgono
Che cosa sono le locuzioni prepositive? Quando si usano? Con questa espressione si fa riferimento a delle particolari costruzioni, formate da due o più parole, che accostate tra loro, si adoperano convenzionalmente con la specifica funzione di una preposizione.
Le locuzioni prepositive nella lingua italiana si formano accostando all’interno di una frase i seguenti elementi grammaticali:
- avverbio + preposizione propria;
- nome/verbo preceduti o seguiti da una preposizione propria;
- locuzione avverbiale + preposizione propria.
Tra gli esempi di questo genere di locuzioni si segnalano espressioni quali: a causa di, in quanto a, in favore di, lontano da, dopo di, davanti a, per mezzo di, a prezzo di, in base a, insieme con, a fianco di, in compagnia di, all’infuori di, al di là di/del.