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Home > GRAVIDANZA > Gravidanza e Coronavirus: Nozioni base

Gravidanza e Coronavirus: Nozioni base

GRAVIDANZA    NEWS

La correlazione gravidanza e Coronavirus è stata un tema delicato nella fase iniziale della pandemia, quando si sono affrontati i primi casi. Le donne in gravidanza si sono trovate esposte al contagio da Covid-19 per la facile trasmissibilità del virus. Il virus infatti si trasmette attraverso il passaggio di particelle provenienti dai polmoni e dalle vie respiratorie della persona infetta. L’agente virale contenuto nelle particelle è in grado di infettare le persone nelle vicinanze viaggiando nell’aria. Secondo gli studi svolti sulla trasmissione del Covid, è emerso che si può contrarre l’infezione anche toccando una superficie infettata e poi toccandosi bocca, naso, occhi.

Inoltre si sa che una persona può essere infetta anche da soggetti sintomatici per questo sono sempre valide le misure di sicurezza. I sintomi del Covid si manifestano 4-5 giorni dopo il contagio, talvolta la comparsa dei segni si verifica a distanza di due settimane dall’infezione. Come è risaputo il quadro dei sintomi prevede: febbre, brividi, tosse, mal di testa, difficoltà a respirare, mal di gola, stanchezza, dolori muscolari, perdita del gusto o dell’olfatto, nausea o diarrea. Anche le donne incinte affette da Covid manifestano questi sintomi ma anche risultare asintomatiche.

Nel contesto gravidanza e Coronavirus i sintomi migliorano nel giro di qualche settimana. Nei casi più severi l’infezione può causare conseguenze, se preesistono problemi di salute quali: malattia cardiaca grave, malattia renale cronica, diabete di tipo 2, bronco pneumopatia cronica ostruttiva, anemia falciforme, obesità, sistema immunitario indebolito.

Da quanto riferito dai dati raccolti in ambito clinico, le donne incinte non sembrano essere esposte ad una maggiore probabilità di contrarre l’infezione rispetto alle altre. Anche se all’inizio della pandemia è emerso che rispetto alle donne non incinte, le gestanti contagiate con più probabilità andavano incontro ad un decorso grave. Inoltre si è evidenziato che nelle donne incinte, il rischio di ammalarsi gravemente si è notato nelle donne di età superiore o uguale a 35 anni. La percentuale è risultata più alta nelle donne obese, con pressione alta o colpite da diabete. La casistica ha dimostrato comunque che le donne in attesa guariscono prima del parto e non hanno un rischio più alto di morire di Covid-19.

Le principali paure delle gestanti quando è esplosa la pandemia ha riguardato la trasmissione del virus al proprio figlio. Gli esperti hanno spiegato che in rari casi è possibile che il nascituro contragga l’infezione in utero. Nella maggior parte dei casi il nascituro non si ammala in modo grave. Ma una mamma affetta da Covid può trasmettere il virus al bambino anche durante il parto o dopo la nascita, però ci sono modi per ridurre tale rischio.

Ancora oggi le donne incinte continuano a farsi è la seguente: il Covid-19 può causare problemi per la gravidanza? I dati clinici sulle gestanti hanno dimostrato che una volta contratto il virus si possono verificare problemi solo se ci si ammala in forma grave. Si deve precisare comunque che donne incinte che si ammalano potrebbero avere un maggior rischio di parto pretermine. Quindi il bambino potrebbe nascere prima delle 37 settimane di gravidanza: solo se la madre si è ammalata seriamente.

Le linee guida su come trattare una donna incinta positiva al Covid indicano la gestione casalinga della malattia. Ma nei casi gravi o se sono presenti altri problemi di salute potrebbe essere necessario il ricovero in ospedale. Nel corso del quale si sottopone la paziente ad una terapia ad hoc e si può monitorare anche la salute del nascituro. Durante la prima fase della pandemia le donne in gravidanza erano più esposte al rischio di contrarre l’infezione in forma grave. Per questo avevano spesso bisogno del ricovero ospedaliero o di ventilazione assistita.

Una questione che si è approfondita di recente è quella relativa alla vaccinazione. Le donne incinte possono vaccinarsi contro il Coronavirus: l’OMS ha rivisto le proprie linee guida. All’inizio della campagna vaccinale mondiale, la vaccinazione per le donne in gravidanza non era raccomandata. Una precauzione dovuta al fatto che i vaccini non si erano sperimentati su questa categoria di soggetti.

Dopo le recenti conferme di tipo scientifico si sono diffuse delle nuove indicazioni che però mantengono qualche cautela. Si ritiene che il vaccino non presenta particolari rischi nelle donne incinte. Nello specifico uno studio ha rilevato che i vaccini a mRNA di Pfizer e di Moderna sono sicuri in gravidanza. Oltre a proteggere dal virus le gestanti proteggono anche il feto. Lo studio condotto negli USA, i cui dati si sono pubblicati sulla rivista New England Journal of Medicine, ha evidenziato tali conclusioni. Il vaccino Covid non causa quindi effetti collaterali durante la gravidanza né espone al rischio di aborto. I ricercatori hanno comunque evidenziato la necessità di condurre studi più approfonditi per appurare l’azione dei sieri durante la gravidanza.

Anche se il Covid trova nel vaccino la principale strategia per essere debellato, è bene non trascurare tutte le misure da adottare per ridurre il rischio di contrarre il virus. In generale, le donne in gravidanza devono fare attenzione a lavarsi le mani e non devono stare a contatto con persone malate. Infatti è bene praticare il distanziamento sociale senza trascurare di indossare la mascherina in mezzo alla gente.

Nel corso dei primi mesi di pandemia le donne si sono domandate se le visite periodiche prenatali avrebbero subito modifiche. Di fatto, si sono stilati dei rigorosi piani per le visite durante la gravidanza. Inoltre durante il picco dei contagi le gestanti si sono ritrovate da sole non solo nel corso delle visite ma anche in sala parto. Per evitare i possibili contagi in ospedale, il parto è diventato un momento alquanto privato. Anche le visite al nascituro si sono vietate per rispettare le norme anti Covid.

Covid e travaglio: in caso di madre positiva, quando entra in travaglio è necessario proteggere i soggetti attorno a lei. La partoriente deve indossare la mascherina sanitaria. Si precisa che il parto può avvenire per via vaginale se non subentrano complicanze. In caso di positività della madre, si potrebbe consigliarle di rimanere a distanza di suo figlio fino alla guarigione. Ma tutto dipende dal quadro dei sintomi che la donna presenta dopo la nascita del figlio. In ogni caso quando prende in braccio il neonato deve indossare una mascherina per ridurre il rischio di contagio. Inoltre sono necessarie altre precauzioni per proteggere il neonato.

Anche se non è certo se il virus possa essere trasmesso al neonato attraverso il latte materno, è bene adottare delle cautele. In caso di positività è importante fare attenzione quando si allatta o si tiene in braccio il bimbo. Il rischio di contagio attraverso il contatto ravvicinato è sempre alto. È quindi bene proteggere il neonato lavandosi spesso le mani ed indossando la mascherina. Inoltre si può optare per estrarre il latte materno con una pompa tiralatte per evitare il contatto diretto.

Anche durante questa procedura si deve fare attenzione all’igiene delle mani. Inoltre è bene pulire con cura la pompa tiralatte dopo ogni suo uso.

Katia

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