Procreazione medicalmente assistita
Con il termine fecondazione artificiale o procreazione medicalmente assistita (PMA) si fa riferimento alle diverse tecniche che aiutano a superare le varie difficoltà che riguardano il concepimento, se sussistono ostacoli relativi alla fertilità all’interno della coppia.
Questa strada costituisce la sola speranza nei casi in cui si sono percorse altre strade senza ottenere dei risultati come nel caso degli interventi farmacologici come anche quelli chirurgici.

Infertilità e trattamenti di PMA
Tra i principali fattori che possono avere un impatto negativo sulla fertilità femminile e maschile, condizionando in modo negativo la capacità riproduttiva della coppia, si deve segnalare l’età della donna. Il fatto di programmare una gravidanza nell’arco di tempo compreso tra i 30 ed i 40 anni è un dato inconfutabile nella società Occidentale, e questo fattore riduce la possibilità di poter avviare con i trattamenti di PMA una gravidanza.
Da quanto emerso su basi scientifiche, la fertilità nelle donne va incontro fisiologicamente ad un drastico calo a partire da un primo graduale down attorno ai 32 anni, in seguito a partire dai 37 anni si assiste ad un calo della fertilità ancora più consistente.
Negli anni che precedono la menopausa invece la fertilità femminile fa registrare una discesa ancora più radicale per arrivare a zero intorno ai 50 anni. Attualmente le moderne tecniche di fecondazione assistita (spesso chiamata anche fecondazione artificiale) permettono di sostenere la procreazione anche nelle donne avanti negli anni, decretando delle percentuali di successo più che soddisfacenti anche dopo i 40 anni.
Le tecniche di procreazione medicalmente assistita
La PMA comprende varie tipologie di tecniche grazie alle quale è possibile intervenire per avviare un trattamento vantaggioso per realizzare una gravidanza, attraverso interventi diretti su ovociti, spermatozoi ma anche embrioni.
Per ogni caso è possibile avviare un trattamento che possa portare avanti una gravidanza, le diverse metodiche terapeutiche si distinguono in: tecniche di I, II e III livello, da scegliere tenendo conto di ogni caso e della sua stessa complessità. Per quanto riguarda il grado di invasività delle tre tipologie di tecniche, si possono rintracciare le seguenti differenze:
- tecniche di I livello, semplici e poco invasive consentono che la fecondazione avvenga nell’apparato genitale femminile;
- tecniche di II e III livello più complesse e con un grado maggiore di invasività, il cui scopo è quella di realizzare la fecondazione in vitro.
Nel nostro Paese, tutto quanto attiene il tema della fecondazione artificiale o procreazione medicalmente assistita viene regolamentato dalla legge 40/2004, dove si enunciano le diverse opzioni terapeutiche che sono in vigore in Italia.
Tra i provvedimenti più recenti su tale tema, che ancora oggi è alquanto delicato, si deve segnalare che una sentenza del 2014 della Corte Costituzionale ha rimosso il divieto di fecondazione eterologa in Italia, quindi si ha la possibilità di avere accesso alla fecondazione che prevede il ricorso ad uno oppure entrambi i gameti di un donatore estraneo alla coppia. Attualmente anche nel nostro Paese si ha dunque l’opportunità di sottoporsi a tecniche omologhe ma anche eterologhe.
Si fa riferimento al Registro nazionale PMA, che fa capo direttamente all’Istituto Superiore di Sanità, se si vogliono consultare le informazioni relative alle strutture autorizzate, in cui sottoporsi a fecondazione artificiale e visionare i centri autorizzati a livello regionale.
In questa stessa banca dati si rintracciano anche i dati su embrioni formati e neonati venuti al mondo grazie a tecniche di PMA, una simile mole di notizie viene in seguito elaborata per la Relazione annuale del Ministro al Parlamento.
Da quanto emerso dall’indagine che riguarda gli ultimi anni si sta registrando un trend in rialzo delle coppie, che fanno ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita.
Le prestazioni di PMA prima dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (LEA) venivano messi a disposizione solo in regime di ricovero, ad oggi invece fanno parte dell’attuale nomenclatore della specialistica ambulatoriale, con accesso alle varie prestazioni del percorso di procreazione medicalmente assistita, omologa, eterologa. I nuovi LEA fanno inoltre riferimento alle spese relative alle prestazioni di raccolta e di conservazione e distribuzione per quanto riguarda le tecniche di PMA eterologa, in tal caso si può beneficiare di un contributo a livello regionale.