Anno solare, anno civile e anno sidereo: cosa sono?
La distinzione tra anno sidereo ed anno solare e civile.
In senso generico il termine anno segnala l’intervallo di tempo per completare un fenomeno astronomico, e si parla di anno solare, anno civile, anno sidereo con delle distintive accezioni. Nello specifico questo arco di tempo identifica l’unità di misura che equivale al periodo di rivoluzione della Terra intorno al Sole. In genere quindi, si tende a parlare di anno solare o tropico se si prende come riferimento il moto del Sole, che non si verifica empiricamente, visto che la stella madre del nostro sistema solare è fissa al centro.

Invece si definisce anno civile quello che fa fede al calendario scandito in 365 giorni, con suddivisione in giorni e settimane, che ogni quattro anni aggiunge un giorno in più, dando forma all’anno bisestile con 366 giorni. Mentre per anno sidereo si intende il periodo di tempo necessario per il verificarsi di una rivoluzione completa della Terra attorno al Sole.
La distinzione tra anno sidereo ed anno solare
È necessario distinguere tra anno sidereo ed anno solare, poiché si tratta di due lassi di tempo dalla durata diversa. Di fatto l’anno sidereo è l’intervallo di tempo che si misura tra due successive posizioni del Sole, identiche, rispetto ad una stessa stella. Quindi si fa riferimento al periodo di rivoluzione della Terra attorno al Sole, che effettivamente descrive l’intervallo che intercorre tra i due passaggi consecutivi del Sole nella stessa posizione, tenendo come punto di riferimento le stelle. Questo periodo di tempo è un intervallo lungo 365,2564 giorni solari medi, più precisamente un anno sidereo corrisponde a: 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi.
Per quanto riguarda invece la definizione esatta di anno solare, a tal proposito si fa riferimento al tempo compreso tra due passaggi successivi del Sole nel punto Zenit dello stesso Tropico, ossia tra due solstizi identificati dal medesimo nome, oppure tra due equinozi identificati dal medesimo nome.
In pratica la durata dell’anno solare risente di un fenomeno specifico: la precessione lunisolare, nota anche con la locuzione di precessione degli equinozi, con cui si designa un moto doppio conico che esegue l’asse terrestre attraverso il suo percorso in senso orario. Per via del moto della precessione lunisolare, gli equinozi ed i solstizi tendono a registrarsi ogni anno in anticipo, ovvero prima che il nostro pianeta riesca a completare la sua rivoluzione intorno al Sole. Quindi l’anno solare risulta essere effettivamente più breve rispetto all’anno sidereo, visto che ha una durata di: 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.
Il termine siderale si riferisce al periodo per compiere il moto di rivoluzione della Terra rispetto alle stelle, dal momento che il punto vernale, con cui si identifica uno dei due punti equinoziali, dove l’equatore celeste attraversa l’eclittica, non è statico rispetto alle stelle. In quanto il punto vernale compie un moto retrogrado sull’eclittica di circa 50,25” all’anno rispetto alle stelle fisse, per via del fenomeno della precessione, l’anno siderale risulta perciò avere una durata diversa rispetto all’anno tropico.
In pratica, l’anno siderale è il lasso temporale che intercorre tra due congiunzioni equatoriali del Sole successive con una stessa stella, un periodo un po’ più lungo rispetto a quello tracciato dall’anno tropico. Al termine di un anno solare, il Sole incontra di nuovo il punto vernale in occasione dell’equinozio di marzo, quando la stella madre del nostro sistema solare ha percorso in senso antiorario il 360 grado di longitudine eclittica, quando non si è ancora registrata la congiunzione equatoriale poiché si rintraccia la mancanza di un piccolo tratto.
Anno civile: cosa si intende con questa definizione
La distinzione tra anno solare e siderale passa in secondo piano quando nella prassi si parla di anno, dal momento che di solito si intende quello solare. Poiché la sua durata non corrisponde esattamente ad un numero intero di giorni si è deciso di introdurre per questioni più pratiche l’anno civile, il quale prevede una durata limitata: 365 giorni esatti. Dall’anno tropico (solare) deriva quindi l’anno civile che è il periodo di tempo che per convenzione è stato assunto per identificare lo scorrere nel tempo nel corso di un lasso di 365 giorni, con inizio il 1º gennaio e termine, sempre convenzionalmente, il 31 dicembre.
Per recuperare però le sei ore dell’anno solare, non computate ogni 4 anni, si aggiunge un giorno in più, ecco spiegato il 29 febbraio, riportato nell’anno bisestile. L’annocivile come lo si intende oggi, composto da 365,2425 giorni, è diventato una prassi dopo la riforma gregoriana del calendario, che risale al 1577, e che prende il nome da Papa Gregorio XIII.
Il calendario gregoriano prevede che si aggiunga quindi un giorno ogni quattro anni, ma si è rilevata una frazione residua (0,0003 giorni) che ha portato a non classificare come bisestili gli anni che terminano con due zeri. In pratica aggiungere un giorno ogni quattro anni determina un’aggiunta di 6 ore ogni anno, ma dal momento che l’anno solare dura effettivamente 5 ore, 48 minuti e 46 secondi, si rilevano 11 minuti in meno rispetto al computo effettivo delle 6 ore.
Quindi si è pensato ad un bilanciamento: si è finito per non classificare gli anni secolari come bisestili, fatta eccezione per quelli la cui cifra che precede gli ultimi due zeri non risulti divisibile per 4. Ecco perché ogni 400 anni non si contano 100 anni bisestili ma 97. Nel calendario gregoriano rientrano nella classificazione di bisestili gli anni non secolari divisibili per 4 come anche gli anni secolari il cui numero può essere diviso per 400.