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Home > Salute > Bambini: punture di vespe e api cosa fare

Bambini: punture di vespe e api cosa fare

Salute    BAMBINO

Come comportarsi se un bambino viene punto da un’ape?

Le punture di api sono potenzialmente pericolose, perché il loro morso può causare possibili reazioni di ipersensibilità, e casi di shock anafilattico. Le punture di insetto in generale lasciano dei brutti segni sulla pelle dei più piccoli, che essendo particolarmente delicata ne avverte maggiormente gli effetti.

In estate nell’aria svolazzano diversi insetti che possono pungere adulti e bambini, nell’elenco dei nemici più temibili figurano: api, calabroni, vespe, bombi ma anche zanzare.

Per estrarlo si consiglia l’uso di pinzette, come quelle comunemente utilizzate per le sopracciglia. Una volta conclusa l’operazione si può attenuare rossore e bruciore applicando un impatto di ghiaccio. I medici generalmente raccomandano di monitorare il bambino soprattutto nelle due ore successive alla puntura, per intervenire prontamente in caso di una qualsiasi reazione allergica come nel caso di ipersensibilità.

api

La puntura di un’ape deve essere trattata con particolare attenzione, perché l’insetto perde il pungiglione dopo avere punto la sua vittima. La prima cosa da fare è quella di procedere con l’estrazione del puntino nero dal ponfo, che segnala proprio la presenza del pungiglione.

Si ricorda che le api in genere non aggrediscono l’uomo, solo quando si sentono in pericolo lo fanno ed il loro “martirio”, muoiono infatti perdendo il pungiglione dopo la puntura, è strettamente correlato alla protezione della loro colonia.

Invece la vespa, che riprende i colori tipici dell’ape (giallo e nero) presenta un restringimento nella zona compresa tra il torace e l’addome, dopo aver punto non lasciano il pungiglione. Anche le vespe aggrediscono l’uomo solo se si sentono in pericolo come una forma di reazione di difesa. Nel caso di punture di un calabrone,che ricorda una vespa pur presentando delle dimensioni più voluminose, si possono evidenziare più pomfi vista la capacità di pungere più volte in breve temo.

Come comportarsi in caso di shock anafilattico

La pelle delicata di un bambino in seguito ad una puntura di un’ape scatena dei segni specifici quali: rossore, gonfiore e senso di prurito a carico della sede del pomfo, per via delle sostanze irritanti concentrate nel pungiglione. Per lenire questi fastidi si suggerisce un impacco freddo, ma si può ricorrere talvolta anche al paracetamolo.

Ma si possono manifestare anche altre reazioni in caso di successive punture dell’insetto: le punture delle api possono infatti provocare delle chiazze rosse ma non nella zona della puntura, segnalando una reazione allergica. Nei casi più allarmanti possono evidenziarsi difficoltà respiratoria ed i classici sintomi dello shock anafilattico. Queste ultime reazioni risultano alquanto pericolose e sono da imputare agli effetti dell’ipersensibilità, che rappresenta a sua volta una forma di reazione allergica alle tossine contenute nel pungiglione dell’insetto.

I soggetti allergici in caso di punture di api vanno incontro a shock anafilattico, che è una condizione fulminante da imputare ad una violenta reazione infiammatoria, scatenata dal sistema immunitario. Infatti viene rilasciata l’istamina che provoca a sua volta vasodilatazione: i vasi sanguigni si dilatano provocando la precipitazione della pressione arteriosa. Questa serie di reazioni a catena provoca i sintomi dello shock in associazione alle difficoltà respirazione per via dell’ostruzione delle vie aeree.

Nell’elenco dei segni tipici dello shock anafilattico si evidenziano tra i primi campanelli d’allarme un’improvvisa sensazione di calore nella zona della testa ed a livello degli arti. Subentrano successivamente altri sintomi caratteristici quali: difficoltà respiratoria; rinite; prurito su lingua e palato; asma; angioderma ed orticaria; ipotensione; tachicardia; aritmia; asma; vomito e diarrea.

Se questi segni insorgono dopo una puntura di insetto, esempio un ape, è necessario intervenire prontamente perché uno shock anafilattico è potenzialmente pericoloso, quindi è necessario raggiungere subito il pronto soccorso o chiamare il 118. Si devono poi monitorare le condizioni del bambino facendogli assumere per sicurezza la cosiddetta posizione antishock, ossia deve essere disposto in posizione sdraiata tenendo le gambe più in alto rispetto al resto del suo corpo.

I soggetti allergici a rischio di shock anafilattico per precauzione dovrebbero tenere a portata di mano un farmaco salvavita: l’adrenalina, disponibile in pratichefiale da iniettare all’occorrenza in caso di necessità. Questa reazione infiammatoria fulminante infatti deve essere prontamente trattata sin dai primi sintomi, procedendo con l’iniezione del farmaco per poi consultare al più presto il pediatra oppure un medico.

Come si possono prevenire le punture di api e di altri insetti durante la stagione estiva

Con le dovute precauzioni si può prevenire la puntura di un insetto, e la prima strategia da adottare consiste nell’impartire le giuste raccomandazioni ai propri figli sin da piccoli. Usando poche e semplici spiegazioni, si deve insegnare ai bambini come comportarsi in presenza di: api, vespe, calabroni, bombi.

Per prima cosa si deve spiegare ai bambini di muoversi lentamente, di non agitare troppo le mani e di non andare in panico in presenza di insetti che sono soliti pungere, quali le api, le vespe, i calabroni. Per non attrare durante le giornate calde gli insetti che svolazzano nell’aria si suggerisce inoltre di non utilizzare lozioni, saponi e shampoo dalla profumazione troppo intensa.

Quando si mangia all’aperto per non attirare le api si raccomanda di coprire i cibi e le bevande che presentano un eccesso di sostanze zuccherine. Inoltre è opportuno ripetere ai bambini la raccomandazione di non avvicinarsi agli alveari, né di tentare di distruggerli, perché queste azioni provocano la reazione aggressiva delle api.

Katia

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