Emorroidi in gravidanza: cause e rimedi
Un’elevata percentuale di donne viene colpita dalle emorroidi in gravidanza, ma quali sono le ragioni della problematica?
Le cause delle emorroidi in gravidanza derivano dai diversi cambiamenti fisiologici, che intervengono nel corpo della gestante.

Anche se si tratta di una condizione transitoria si dimostra alquanto fastidiosa, soprattutto nel corso degli ultimi mesi della dolce attesa. La patologia emorroidaria, questa la definizione corretta nella letteratura medica, in base alla propria origine si classifica in emorroidi interne (se posizionate nella sede superiore del canale anale) ed in emorroidi esterne (se interessano la parte inferiore del canale anale o l’orifizio).
Questo fastidioso disturbo identifica delle dilatazioni anomale del plesso emorroidario, che è una sede anatomica caratterizzata da una rete di vene che consente lo scorrere del flusso ematico nelle strutture rettali, impegnate nella defecazione. Non solo durante la gravidanza ma anche durante il periodo del puerperio, ossia l’arco di tempo compreso tra il parto con la relativa espulsione della placenta ed il ritorno alla normalità dei genitali femminili, le donne possono sperimentare questa problematica. In genere si tratta di un disturbo transitorio che non lascia conseguenze e che richiede dei semplici trattamenti pratici non farmacologici.
Le principali cause delle emorroidi in gravidanza
In base ai dati statistici su questa condizione patologica, si è stimato che circa l’80% delle donne risente di questo disturbo in gravidanza per via di una serie di fattori fisiologici, che causano i principali cambiamenti nel corpo delle gestanti. Tra le più comuni cause della patologia emorroidaria si segnalano i cambiamenti ormonali: nelle donne in stato interessante si riscontra un’alta concentrazione di estrogeni e di progesterone, quest’ultimo è responsabile di una maggiore lassità a carico delle pareti dei vasi sanguigni.
Nel proseguo della gestazione subentrano altre condizioni predisponenti, alla base dell’insorgenza della problematica quali: la stipsi gravidica che causa la formazione di varici anali; l’aumento della pressione nella sede pelvica con peso concentrato anche sulle vene rettali. Non bisogna poi trascurare le cattive abitudini che persistono nelle gestanti, quali una ridotta attività fisica in favore di una vita più sedentaria ed una dieta povera di fibre.
Tra gli altri fattori che espongono alle emorroidi in gravidanza si deve segnalare l’obesità nelle gestanti ma anche l’aver partorito più volte, oppure se la donna ha avuto una gravidanza multipla (in questo caso il rischio della patologia rettale aumenta di circa il 30%).
Il quadro dei sintomi: ecco quali sono i disagi che lamentano le gestanti
Nell’elenco dei sintomi della malattia ci sono delle manifestazioni comuni il cui grado di intensità e fastidio differiscono in base al fatto che si tratta di emorroidi interne oppure esterne, ed in base ad eventuali precedenti prima della gravidanza. Nel caso infatti di disturbi emorroidari prima della dolce attesa, i sintomi tendono a presentarsi in una fase precoce, con una digressione più severa.
Nella maggior parte dei casi la sintomatologia emorroidaria tende a palesarsi nel terzo trimestre di gravidanza ma alcuni casi si registrano anche dopo il parto, per via dello sforzo durante il travaglio nel caso di parto vaginale. La patologia a carico del plesso emorroidario causa in genere: pesantezza locale, gonfiore, dolore, bruciore, prurito e disagio a livello anale. Non sono rari i casi di emorroidi sanguinanti, con presenza di tracce ematiche dopo l’evacuazione, che diventa più dolorosa e prolungata.
Emorroidi in gravidanza: quali rimedi si consigliano
Come trattare le emorroidi in gravidanza?
Per favorire la risoluzione del problema e dare sollievo alla sintomatologia si suggeriscono diversi rimedi pratici e naturali, vantaggiosi in caso di emorroidi interne ed esterne. Per lenire il disagio nella sede rettale ed anale, quando i rimedi della nonna non danno risultati positivi, è bene seguire le indicazioni mediche: solo uno specialista può suggerire dei trattamenti ad hoc, che possono prevedere il ricorso a farmaci orali o pomate locali.
I farmaci in linea di massima sono sconsigliati in gravidanza, invece si possono prendere alcuni integratori efficaci per migliorare le manifestazioni come nel caso dell’uso di un flavonoide come il rutoside o rutina, che è una sostanza naturale che si trova in diverse piante della famiglia delle Rutacee.
Questo glicoside flavonoico si è dimostrato un prezioso rimedio per stimolare la permeabilità dei capillari sanguigni, nel caso delle emorroidi, ma ha anche la capacità di svolgere un’azione antiemorragica. La rutina si può assumere come integratore alimentare in gravidanza con le dovute precauzioni poiché non prevede controindicazioni, ma in ogni modo è opportuno dare ascolto al parere del medico che segue la gestante.
Prevenire il disturbo delle emorroidi in gravidanza
Tra i trattamenti topici ci sono diverse tipologie di pomate a base per lo più di flavonoidi, tra cui i derivati dell’ippocastano che agiscono positivamente nel rafforzare i vasi sanguigni e nel dare maggiore tono alla muscolatura liscia. In caso di emorroidi si consigliano anche, tra gli altri rimedi vantaggiosi, gli impacchi umidi ma non freddi dopo l’evacuazione: un espediente utile per tamponare il dolore. Sono indicate inoltre altre pomate dalla formulazione naturale e dall’azione calmante, come nel caso dei prodotti topici a base di: calendula, hamamelis, ossido di zinco.
Per spegnere l’infiammazione locale, e ridurre il sanguinamento, si consiglia anche il gel di aloe vera ed i composti a base di colostro che mette a disposizione proprietà lenitive e batteriostatiche oltre a favorire il rinnovamento cellulare. Ogni trattamento deve essere comunque preventivamente discusso con un medico nel corso della gravidanza.
Se la sintomatologia non si risolve nel tempo, di solito la problematica dura qualche giorno, si raccomanda una visita da uno specialista proctologo che in base alle condizioni della gestante consiglierà un’adeguata terapia non solo locale ma anche orale, se necessaria. Nei casi più gravi si esclude comunque il ricorso alla terapia chirurgica durante la gestazione, vista la tendenza tipica delle emorroidi a rientrare nella loro sede in modo spontaneo in genere dopo la nascita del bambino.
Per prevenire il disturbo delle emorroidi in gravidanza, e non solo, è bene seguire una dieta sana e ricca di fibre ed acqua, da associare ad una costante attività fisica: queste due strategie permettono di tenere sotto controllo l’aumento ponderale e di combattere la stipsi, che rappresenta un fattore predisponente della patologia.
Un’altra strategia utile per prevenire le emorroidi consiste nell’avere cura dell’igiene intima, soprattutto nel corso della gestazione, mantenendo pulita la sede perianale.