Gestosi: casi in aumento se la gravidanza arriva tardi
Aumento dei casi di gestosi se la gravidanza arriva tardi
I dati statistici degli ultimi anni hanno rilevato un aumento dei casi di gestosi in gravidanza, da ascrivere tra i vari fattori anche ad una tendenza diversa rispetto al passato: una maternità che arriva tardi, spesso dopo i 30-35 anni di età.

Questa complicanza materna nota anche con il nome di preeclampsia, identifica una patologia da diagnosticare tempestivamente e monitorare, in quanto pericolosa per la gestante ed il nascituro. Una simile condizione, che desta in campo medico particolare attenzione, è da imputare al significativo aumento della pressione sanguigna ed all’eccessiva presenza di proteine nelle urine della donna.
La gestosi può avere un impatto negativo non solo sulla gestante ma anche sul nascituro se provoca delle ripercussioni sulla placenta. Nel caso della mamma può determinare una serie di gravi danni a carico di: fegato, reni, cervello. Tra le complicanze che possono colpire il feto si registrano soprattutto casi di nascite pretermine, di basso peso dei neonati e decesso.
In ambito ginecologico si è riscontrata una maggiore incidenza di casi di gestosi in gravidanza in relazione ad un’età avanzata delle madri, un elemento che è stato identificato come uno dei fattori predisponenti della condizione patologica.
La diffusione della malattia, che da qualche decennio si attesta su un trend in aumento rispetto al passato, segnala un campanello d’allarme per chi ha in programma di diventare madre, ma ritarda l’appuntamento. Per tale ragione l’ambiente medico dopo aver riscontrato un aumento dei casi di preeclampsia promuove delle precise raccomandazioni rivolte alle donne in generale ed alle gestanti in particolare.
Per prevenire una simile complicazione materna che tende a manifestarsi principalmente nella seconda metà della dolce attesa si raccomanda di sottoporsi a regolari controlli prima della gravidanza e di seguire un coretto stile di vita, combinando dieta sana e costante esercizio fisico. Tra le cause che hanno avuto un impatto sull’aumento dei casi di gestosi si sono fatte strade diverse piste battute da vari gruppi di studiosi, i quali hanno indagato la patologia.
Secondo le conclusioni firmate da un team di ricercatori statunitensi della Rutgers University, una delle principali cause della condizione patologica sarebbe da individuare nell’età avanzata delle donne, che si presentano alla prima gravidanza in avanti negli anni, conquistando il titolo poco gentile di “primipare attempate”.
Il dato riscontrato dallo studio svolto nel lungo tempo dalla Rutgers University ha monitorato il quadro delle gravidanze a partire dal 1970 fino ad oggi. Si è così rilevata una crescita di casi di gestosi attorno all’80% nel campione esaminato, composto da donne statunitensi, accertando inoltre un rischio più significativo nel sottogruppo delle gestanti afroamericane.
Quindi non solo l’età ma anche la voce genetica figurano tra le cause che hanno un peso sull’insorgenza della complicanza materna. Esaminando i vari casi, gli studiosi hanno concluso che sono necessarie anche altre informazioni per rintracciare i motivi che hanno portato al trend in rialzo dei casi di preeclampsia.
Infatti per ricercare le cause della malattia gestazionale si sono presi in considerazioni anche: stile di vita, peso corporeo, fumo, età, numero di gravidanze con eventuali precedenti.
Alla fine è emerso che non solo l’obesità e l’abitudine del fumo rappresentano dei fattori di rischio accertati, ma anche l’età media delle gestanti spostata in avanti ha determinato una più considerevole casistica, come reso noto dalla prestigiosa rivista dell’American Heart Association, dal nome Hypertension.
Gestosi in gravidanza: come si manifesta e quali conseguenze comporta
La gestosi è una condizione preoccupante che colpisce le gestanti e può avere un impatto severo anche sul feto. In genere la sua insorgenza si registra quando la gravidanza ha superato i primi mesi, ed infatti è una complicanza che si attesta nel corso del secondo e soprattutto del terzo trimestre di gestazione.
Ma quali sono i sintomi principali con cui si palesa?
La patologia si caratterizza per l’aumento dei livelli della pressione arteriosa in associazione alla presenza di una maggiore concentrazione di proteine nelle urine.
La diagnosi si conferma in caso di aumento della pressione arteriosa che si attesta su livelli superiori ai 90 per quanto riguarda la minima, e sui 140 per quanto riguarda la pressione massima; mentre la produzione di proteine nelle urine risulta superiore ai 300 milligrammi al giorno.
Quali sono le possibili complicanze per la madre?
- distacco della placenta
- arresto cardiaco
- cardiomiopatia
- insufficienza renale
- edema polmonare
Quali sono le possibili complicanze per il nascituro?
- parto prematuro
- basso peso alla nascita e ritardo di crescita generale
- morte
Si tratta comunque di una condizione da monitorare in tutte le gestanti, per individuare la sua insorgenza tempestivamente in quanto si tratta di una malattia dai connotati variabili per insorgenza e sintomi. Di fatto può sorgere con sintomi non tipici comportando: mal di testa, svenimento ed annebbiamento della vista.
In alcuni casi progredisce in modo graduale oppure può manifestarsi all’improvviso senza alcun sentore specifico, ma ci sono anche dei quadri in cui si palesa in maniera grave dopo un periodo in cui rimane silente.
Prevenzioni e controlli prima della gravidanza
Per chiarire meglio le conclusioni dello studio statunitense che si è protratto per decenni esaminando la salute delle gestanti, il capo della divisione di epidemiologia e biostatistica del dipartimento di ginecologia e ostetricia della Rutgers University ha posto l’attenzione su un dato significativo.
La dottoressa Cande V. Ananth ha puntualizzato che rispetto a qualche decennio fa (anni ’70 – ’80) le donne si ritrovano ad affrontare la loro prima maternità 4-5 anni dopo, oppure con uno slittamento più significativo. Un simile dato evidenzia dunque come l’età della prima gravidanza, destinata a spostarsi più in là nei prossimi anni, è un fattore da non trascurare per scongiurare la patologia.
Gli esperti rinnovano per questo i loro appelli, invitando le donne a controlli e prevenzione già prima di programmare un’eventuale gravidanza. L’invito è anche quello di mantenersi in forma, mangiare sano e rinunciare al fumo, ed in caso di pressione alta di seguire un’adeguata terapia antipertensiva.
Ma la prevenzione deve permettere non solo di contrastare i possibili rischi associati alla gestosi in gravidanza, ma anche di salvaguardare la salute del nascituro.
Attualmente la preeclampsia viene seguita efficacemente con un costante monitoraggio, ed un trattamento ad hoc, in modo da portare avanti la gravidanza senza gravi conseguenze.
Talvolta però la preeclampsia può dare luogo nelle donne, a distanza anche di anni, a degli strascichi che possono scatenare conseguenze sulla salute intaccando principalmente cuore e cervello (casi di infarto del miocardio e di ictus cerebrale).
Invece dopo la nascita, il bambino nato da una madre con gestosi gestazionale è esposto al rischio di andare incontro nel tempo a disturbi metabolici, ma anche a fattori di rischio a livello cardiovascolare.