Innocuo o innoquo? Grammatica italiana
Innocuo o innoquo? Come si scrive?
Se vi sentite dei “somari” perché vi attaglia il dubbio se si scrive innocuo o innoquo, non dovete sentirvi in imbarazzo visto che capita a molti di incepparsi di fronte alla corretta grafia di alcuni termini. Per quanto riguarda l’aggettivo in questione, che si adopera per segnalare qualcosa che non reca alcun danno o che fa male, l’ortografia corretta è innocuo, con la “c” che si frappone tra le vocali “o”, “u”.

Il dubbio relativo alle due forme che prevedono l’una la “c” e l’altra la “q”, potrebbe sorgere per via della pronuncia della parola, che si rivela per questo foriera di svarioni quando si scrive. Infatti la confusione si potrebbe innescare quando si è alle preso con l’italiano scritto, dal momento che si è portati a pronunciare i due termini nello stesso modo e ciò crea incertezza.
Chiarito se si scrive innocuo o innoquo, e ricordando che si tratta di un termine che deriva dal latino innocuus, è bene evocare la regola grammaticale da tenere a mente per evitare di incorrere in errori dello stesso genere. Si deve premettere che si tratta di un’eccezione visto che la regola grammaticale di riferimento asserisce che la consonante “q” è sempre seguita dalla vocale “u” insieme ad una delle vocali “a, e, i, o”, mentre la consonante “c” se accompagnata dalla vocale “u” prevede sempre che sia seguita da una consonante.
Innocuo o innoquo: qual è la corretta grafia
L’aggettivo innocuo si scrive con la “c” tra la “o” e la “u” costituendo un esempio di un’eccezione, che non segue la regola di riferimento come nel caso di: evacuare, cuocere, cuoio, scuola ed altri termini ancora. In questi casi si deve scrivere “cu” + vocale, evidenziando possibili dubbi nella scelta di “c” o “q” davanti alla vocale “u” a sua volta seguita da una vocale.
Malgrado la lingua italiana sia regolamentata da norme linguistiche chiare, ci sono dei casi spinosi che rappresentano delle eccezioni, come confermato dall’aggettivo innocuo e dalle parole che finiscono per rafforzare le consonanti c e q.
Ma anche questa casistica, che è vincolata da una regola standard contempla delle irregolarità, quindi la norma in linea di massima segnala che il gruppo per rafforzare le consonanti c e q seguite da u prevede la formazione del gruppo –cqu, come nel caso: acqua, nacque, tacque, acquisire, acquistare. Ma ci sono casi in cui si usa la doppia c e la doppia q.