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Home > GRAVIDANZA > Allattamento > Il latte materno è ricco di sostanze nutrienti: ma quale è la sua composizione? Cosa contiene?

Il latte materno è ricco di sostanze nutrienti: ma quale è la sua composizione? Cosa contiene?

Allattamento

Latte materno: cosa contiene?

Il latte materno per la sua ricca composizione di sostanze nutritive è una risorsa energetica e calorica preziosa per il bambino, ma è anche una potente barriera contro i patogeni, in quanto rafforza il sistema immunitario del lattante. Ma nei primi mesi di allattamento al seno la concentrazione di sostanze varia: il contenuto del latte materno cambia nel tempo in modo da soddisfare in pieno tutte le esigenze del bambino.

pixabay.com

Per questa serie di ragioni viene consigliato come primo nutrimento del piccolo in quanto è in grado di garantirgli tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogna dopo la nascita e fino ai primi due anni di vita, come suggerito dalla raccomandazione dell’OMS che invita a proseguire ad allattare fino a questa età.

La concentrazione di grassi, carboidrati, proteine ed acqua differisce nel latte materno in base non solo al periodo dell’allattamento, ma anche alle stesse abitudini alimentari della mamma, perciò assume la valenza di un alimento insostituibile.

Latte materno: ecco da cosa è composizione

Segnalare tutte le componenti alla base del latte umano non è semplice, in quanto si contemplano nella concentrazione del liquido un gran numero di sostanze, che hanno specifiche funzioni su crescita del bambino e sul suo stato di salute. Vediamo quali componenti sono prevalenti nell’alimento che si consiglia come primo nutrimento di un neonato.

  • Proteine, nel numero di più di un migliaio, il cui compito principale è supportare la crescita neonatale e favorire l’accrescimento nei primi mesi di vita del bambino. Inoltre questi elementi potenziano il sistema immunitario e sostengono crescita e dei neuroni cerebrali.
  • Amminoacidi, le unità che compongono le proteine, per un totale di più di 20 composti, tra cui i nucleotidi che incrementano di numero nel corso della notte favorendoil sonno.
  • Zuccheri complessi (oligosaccaridi), nel numero di più di 200, che fungono da prebiotici, quindi promuovono i “batteri buoni” all’interno dell’intestino. In questo modo si contrastano infezioni ematiche, gastrointestinali e si abbassa il rischio di infiammazione cerebrale.
  • Enzimi (più di 40), la cui funzione è quella di rendere più agevole la fase digestiva del bambino, ma permettono anche di potenziare il sistema immunitario, favorendo anche un maggiore assorbimento di ferro.
  • Cellule vive in una grande concentrazione, come ad esempio i globuli bianchi, che svolgono un’importante azione difensiva rafforzando il sistema immunitario del piccolo. Si riscontrano anche percentuali rilevanti di cellule staminali che stimolano lo sviluppo e l’autoguarigione degli organi.
  • Anticorpi (immunoglobuline), appartenenti alle cinque forme principali. Questa concentrazione presente nel latte materno garantisce un alto livello di protezione contro malattie ed infezioni, attivando un’azione inibente contro i patogeni.
  • 1.400 microRNA, la cui funzione centrale è quella di guidare l’espressione genetica, ma anche di contrastare l’insorgenza di malattie, supportando il sistema immunitario del bambino.
  • Fattori di crescita, a cui spetta la funzione di favorire uno sviluppo regolare intervenendo positivamente su: sistema nervoso, vasi sanguigni, ghiandole secretorie degli ormoni, intestino.
  • Ormoni, che sono alquanto numerosi, i quali consentono di veicolare messaggi tra organi e tessuti garantendone un funzionamento regolare; ma alcuni stimolano anche l’appetito ed i ritmi del sonno del bambino.
  • Vitamine ma anche minerali, che garantiscono una crescita sana del bambino, come anche il corretto funzionamento degli organi e lo sviluppo di denti ed ossa.
  • Acidi grassi a catena lunga, dei costitutivi essenziali per supportare la maturazione del sistema nervoso del piccolo, ma anche per lo sviluppo regolare di occhi e cervello.

Questo è comunque un prospetto indicativo, gli esperti elencano altre componenti alla base della composizione del latte materno, a cui si aggiungono delle nuove scoperte frutto di approfonditi studi scientifici. Si deve poi precisare che la percentuale di concentrazione delle diverse sostanze è mutevole: varia nel tempo anche in correlazione ad età del bambino e sue esigenze.

pixabay.com

Il colostro: il primo latte materno

Dopo il parto le mamme producono fisiologicamente il colostro ossia il primo latte, detto anche “oro liquido”, che ha una composizione differente da quella che l’alimento assumerà in seguito. Si tratta di un latte denso ed alquanto appiccicoso, connotato da un caratteristico colore giallo-arancione. La sua principale funzione è quella di garantire nel corso del primo allattamento al seno, una piena protezione al neonato, perché è un soggetto molto vulnerabile.

In media le mammelle delle donne producono 40- 50 ml di colostro ogni 24 ore, un quantitativo comunque sufficiente ad appagare la richiesta di nutrimento di un neonato, assicurando un latte facile da digerire e ricco di nutrienti.

Da cosa è composto il colostro?

Il primo latte prodotto dal seno materno, sinteticamente contiene tutte le sostanze che si ritroveranno successivamente nel liquido: a differire è la quantità che è direttamente funzionale ai bisogni del piccolo, nel corso di ogni fase della sua crescita.

Il primo latte materno è una sorta di vaccino naturale nel quale si concentra un alto livello di anticorpi, ma anche di globuli bianchi, in modo da garantire una barriera protettiva efficace contro infezioni e malattie, a cui il neonato è esposto non avendo più a disposizione un ambiente protetto e sicuro. L’azione protettiva del colostro si esplica anche a livello del sistema digestivo del piccolo, le cui pareti sono ancora permeabili e così il colostro agisce da sigillante: un’azione preziosa soprattutto in caso di neonati prematuri. Infatti i nati pretermine sono esposti al rischio di enterocolite necrotizzante (NEC), una grave condizione patologica a livello intestinale da prevenire con il colostro.

Preziosa anche la quota di vitamine (A, E, K) che risulta essere di gran lunga più alta nel primo latte che in quello maturo. Ricordiamo poi che la concentrazione di proteine è decisamente superiore per stimolare un effetto lassativo che facilita l’eliminazione del meconio.

Latte di transizione, prodotto nelle due settimane successive al colostro

Nella prima settimana di vita di un neonato, in genere nel periodo compreso tra il secondo ed il quarto giorno, il latte materno cambia composizione, consistenza e quantità. Queste modifiche determinano nelle donne una diversa percezione del seno che si sente più voluminoso e più duro, per via della cosiddetta “montata lattea”. In genere durante il terzo giorno di vita di un bimbo, il consumo medio giornaliero di latte si attesta sui 300-400 ml ogni 24 ore. Ma già entro il quinto giorno si registra un aumento significativo pari a 500-800 ml.

Successivamente tra il 5° giorno di vita del piccolo ed il 14° giorno, si passa al latte di transizione che segnala il passaggio dal colostro ad un latte più maturo, che va incontro comunque ad ulteriori cambiamenti. Il latte di transizione diventa più bianco e la sua consistenza diventa più cremosa, per via della maggiore concentrazione di: grassi, lattosio e calorie. Una composizione sana che rende questo alimento un nutrimento ideale per supportare la rapida crescita del neonato. Inoltre la sua concentrazione include una significativa presenza di: batteri buoni, cellule vive, anticorpi, ed altre componenti bioattive.

pixabay.com

Latte maturo: prodotto dalle quattro settimane di vita del bambino in poi

Nel corso delle quattro settimane di vita del bambino, il latte materno è ormai diventato maturo grazie ad una concentrazione ricca di: proteine, vitamine, minerali, componenti bioattivi, ormoni, zuccheri, enzimi, fattori di crescita, cellule vive. Mediante l’allattamento al seno si sostiene, in questa fase dello sviluppo neonatale, un’efficace protezione sulle condizioni di salute del piccolo ed in più si supporta il suo accrescimento.

Anche se il contenuto nutrizionale del latte maturo e la sua concentrazione di componenti rimane costante, subentrano delle piccole variazioni. In particolare, si possono verificare dei cambiamenti nella composizione del latte materno in risposta ad esigenze e condizioni di madre e figlio.

Di fatto il latte è in grado di adattarsi ai diversi bisogni, quindi in caso di un malessere di mamma o bambino il corpo della donna è capace di produrre degli anticorpi specifici. Inoltre per difendere il bambino da eventuali patogeni ed infezioni, vista la sua costanza di mettere tutto in bocca, nella composizione del latte si rintracciano numerosi enzimi protettivi.

Facciamo chiarezza: primo latte e secondo latte, qual è la differenza?

Quando il latte materno diventa più denso e cremoso? Questo è un effetto della sollecitata produzione che viene favorita dalla stessa suzione del piccolo, e così aumenta anche la composizione di grassi. L’azione diretta della sollecitazione del seno permette di passare dal primo latte al secondo latte: il primo, che si presenta nelle prime fasi della poppata ha una consistenza più acquosa; invece il secondo è più denso e grasso.

In ogni modo entrambe le composizioni assicurano degli ingredienti essenziali al piccolo, rendendo ogni poppata completa dal punto di vista nutrizionale grazie alla concentrazione di: proteine, vitamine, minerali, zuccheri. Mentre differisce la quota di grassi che dipende dal drenaggio del seno: se è pieno all’inizio della poppata allora si registrerà un ridotto contenuto di grassi; quando invece il seno è meno pieno si avrà un latte ricco di grassi. Nonostante questa variabile, il bambino può compensare poppata dopo poppata in modo da consumare una quantità di grassi soddisfacente nell’arco delle 24 ore.

Dopo sei mesi di allattamento qual è la composizione del latte materno?

Il latte materno continua a subire dei leggeri cambiamenti nel proseguo nell’allattamento al seno, e così se si allatta a lungo termine, il corpo della donna si adatterà. Per assicurare ad un bambino di sei mesi di vita un latte maturo, dalla quantità e qualità sufficiente, il seno è in grado di attivarsi in modo del tutto naturale.

Sebbene a partire dai sei mesi di età si passa allo svezzamento con l’introduzione dell’alimentazione solida, si raccomanda di continuare ad allattare al seno per fornire delle preziose sostanze nutritive tra cui zinco e ferro. Un bambino di sette mesi mediamente riceve il 93% delle calorie dal latte della madre, successivamente nel periodo compreso tra gli 11 mesi ed i 16 mesi di vita assimila dal latte materno la metà dell’apporto di calorie giornaliero.

fonte

Katia

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