Compiere o compire? Grammatica italiana
Compiere o compire? Come si scrive?
Nella maggior parte dei casi la pronuncia italiana dei termini è una questione puramente logica, ma ci si domanda spesso tra compiere o compire, qual è tra queste due grafie quella corretta?

Qualcuno potrebbe considerare la domanda retorica e superflua, dando per assodato la correttezza della grafia compiere per designare il verbo che ha il significato di fare azioni. Invece nella pratica non mancano testimonianze di incertezze e di dubbi davanti alla forma scritta del verbo, non solo all’infinito ma anche in altre forme della coniugazione, in questo caso la seconda.
Tra compiere o compire si segnala come corretta la forma che conserva la vocale “i”, mentre l’ortografia che ne è prima potrebbe creare qualche confusione a chi ha delle reminiscenze di latino. Di fatto il verbo in questione rimanda al latino complēre che nel passaggio all’italiano ha subito un mutamento, il quale ha segnato delle modifiche nella coniugazione nel tempo per quanto riguarda la lingua parlata, e di conseguenza in quella scritta.
Come si scrive compiere o compire? Perché sorge il dubbio?
Per evitare di commettere lo stesso errore all’infinito si consiglia di memorizzare bene il lemma, ricordando che le difficoltà che potrebbe presentare l’italiano non sono così spinose come nel caso di altre lingue. L’italiano quindi non rientra nella classifica delle lingue che gli stranieri etichettano come una delle più ostiche, in quanto gran parte del suo lessico ha origine latina.
A parte le regole grammaticali a creare perplessità sono anche le pronunce che possono causare svarioni nella scrittura: quando si passa all’italiano scritto si incontrano a volte delle parole che hanno lo stesso suono anche se la loro grafica è leggermente differente.
Come confermato dal dilemma tra compiere o compire, una delle principali difficoltà si può incontrare nella scrittura dei verbi, quando si passa alla coniugazione di tempi, modi e persone e quando ci si ritrova al cospetto di termini formati da una successione di consonanti e da vocali in fila, che nella pronuncia sono quasi totalmente mute.
A parte le regole alla base della grammatica italiana, ci sono alcuni aspetti complessi legati a fenomeni fonetici e pronunce che tendono a generare incertezze da cui possono nascere errori grammaticali ed ortografici.