Le congiunzioni, grammatica italiana: cosa sono e quali sono i vari tipi?
Le coniugazioni
La lingua italiana segnala tra le nove parti invariabili del discorso le congiunzioni, che fanno parte di una precisa categoria lessicale, funzionale nella costruzione di una frase che abbia un senso compiuto. Come evocato dalla stessa parola, il compito di questa parte del discorso è quella di congiungere fra loro le parole ma anche più frasi. Questo è quello che potete riscontrare in qualsiasi libro di grammatica italiana.

La delle coniugazioni nella grammatica italiana è anche quello di mettere in connessione tra loro due elementi nel contesto della stessa proposizione, ma una congiunzione può fare da raccordo anche tra due o più proposizioni, creando dei rapporti specifici tra loro all’interno di un periodo.
Qual è la funzione delle congiunzioni nella grammatica italiana
Questa nutrita categoria grammaticale composta da diversi tipi di congiunzioni, con proprie caratteristiche, è accomunata dalla stessa funzione: creare un’unione all’interno di una frase o di un periodo più articolato dove si snodano diverse proposizioni. Con lo scopo principale di dare forma ad un legame di tipo logico tra frasi o parole le congiunzioni permettono di creare frasi o periodi di senso compiuto.
Come menzionato prima si tratta di una categoria lessicale che include al suo interno diversi elementi, raggruppati in varie tipologie, in base a struttura e funzione specifica.
Una prima distinzione riguarda la forma, e per questo si possono distinguere le seguenti coniugazioni:
- semplici
- composte
- locuzioni congiuntive
Per quanto riguarda invece la funzione, si fa riferimento a due gruppi:
- le congiunzioni coordinative (o coordinanti), che mettono in collegamento due o più sintagmi o frasi, accomunati dalla medesima funzione di tipo sintattica;
- le congiunzioni subordinative (o subordinanti), che invece mettono tra loro in collegamento due o più proposizioni, che devono rispettare tra di loro un rapporto di gerarchia.
Soffermandosi su quest’ultima ripartizione è poi possibile individuare ulteriori gruppi, nei quali si suddividono queste parti del discorso, che in questo modo acquisiscono dei tratti più peculiari e distintivi.
Le congiunzioni semplici
Si definiscono semplici le congiunzioni che sono formate da una singola parola, come nel caso di: e, o, né, se, ma, quando, anche, quindi. Ma ognuna di queste ha un suo valore nel contesto fraseologico definendo il tipo.
Le congiunzioni composte
Invece si classificano come congiunzioni composte quelle formate, anche in questo caso da una sola parola, che è a sua volta il risultato della fusione di due o più termini, come testimoniato dai tanti esempi che trovano posto nella nostra lingua: perché(dall’unione per + che), sebbene (dall’unione se + bene), infatti (dall’unione in + fatti), affinché (dall’unione di tre termini al + fin + che), oppure (dall’unione o + pure).
Locuzioni congiuntive: ecco quali sono
Si definiscono locuzioni congiuntive quelle espressioni costituite dall’accostamento di due o più parole che insieme si impiegano nel contesto di una frase. Sono esempi di questo genere di locuzioni espressioni di uso comune quali: a meno che, anche se, tranne che, dopo che, dal momento che.
Congiunzioni coordinanti: qual è la loro funzione
Una coordinante è una congiunzione che ha il compito di creare un rapporto di collegamento diretto tra due termini che sviluppano la medesima proposizione o tra due proposizioni, creando in questo modo un rapporto di parità in quanto gli elementi che si uniscono tra di loro si trovano in una reazione paritaria, ossia sono sullo stesso piano.
Una congiunzione coordinativa infatti crea un legame tra parti del discorso che appartengono alla stessa categoria lessicale (nome con nome, aggettivo con aggettivo), ma mette in connessione anche una proposizione principale con un’altra principale.
Le coordinanti si raggruppano in ulteriori tipi, dando così forma al nutrito gruppo delle:
- copulative, le quali uniscono tra loro due termini o due proposizioni, come nel caso delle affermative e delle negative,
- tra le affermative si elencano: e, anche, pure, inoltre, pure;
- tra le negative si elencano ad esempio: né, neppure, neanche, nemmeno;
- disgiuntive, che mettono in congiunzione due parole o due proposizioni in modo da escluderne una o proponendo un’alternativa (come nel caso delle coniugazioni: o, oppure, ovvero, altrimenti);
- dichiarative (esplicative), il cui compito è quello di collegare tra loro due parole o proposizioni, dando una spiegazione più approfondita di quanto enunciato (sono esempi di questo gruppo di congiunzioni: cioè, ossia, infatti, vale a dire;
- correlative, queste uniscono due termini o proposizioni, creando una relazione di corrispondenza. come nel caso delle espressioni: e … e, sia … sia, o … o, né … né, non solo … ma anche,
- conclusive, nel caso in cui creano una congiunzione tra due parole o due proposizioni, ma la seconda indica esplicitamente la conseguenza della prima o la sua eventuale conclusione, come nel caso di: dunque, pertanto, allora, quindi, perciò;
- avversative, quando creano una connessione tra due termini/proposizioni attraverso un rapporto di contrapposizione come nel caso di: ma, bensì, eppure, invece, tuttavia.
Congiunzioni subordinanti: quali sono e che ruolo hanno
Le congiunzioni subordinanti mettono in accordo tra loro una proposizione principale ed una subordinata, in modo da istituire tra le due una dipendenza. Fanno parte di questa categoria diversi tipi di congiunzioni quali:
- dichiarative, se nella proposizione subordinata si esplica il significato di quanto espresso dalla principale ricorrendo alle coniugazioni: come, che;
- causali, nella subordinante si indica la causa di quanto esplicato nella proposizione principale, con il ricorso a: dato che, perché, poiché, dal momento che, visto che, siccome, giacché.
- consecutive, se le proposizioni subordinate segnalano la conseguenza di quanto detto nel contesto della proposizione principale, e la loro costruzione prevede l’accostamento di: così … che, tanto … che, in modo tale … che, sono anche utilizzate con la stessa funzione cosicché, sicché.
- temporali, queste congiunzioni designano un’indicazione di tipo temporale, che si va ad aggiungere a quanto espresso nella principale, ricadono in questa categoria le espressioni: quando, mentre, allorché, prima che, dopo che, ogni volta che;
- concessive, indicano un fatto oppure una circostanza che si viene a verificare nonostante quanto espresso nella principale, sono esempi di questo tipo: sebbene, nonostante, benché, anche se, per quanto;
- modali, se la proposizione subordinata indica il modo di quanto espresso da quella principale, nell’elenco delle congiunzioni modali si annoverano: come, come se, nel modo che, quasi, comunque;
- condizionali, esprimono una condizione necessaria perché si possa realizzare ciò che viene detto nella proposizione principale, appartengono a queste congiunzioni: purché, a condizione che, qualora, a patto che, se;
- comparative, creano un rapporto di comparazione tra la principale e la proposizione subordinata, sono esempi di questa categoria le espressioni: piuttosto che, meglio … che, così … come, tanto … quanto, più … che, altrimenti … che;
- avversative, se nelle subordinate si fa riferimento ad un fatto oppure evenienza contraria o che entra in contrasto con quanto si enuncia nella principale, appartengono a questo gruppo le congiunzioni: anziché, mentre, laddove, quando;
- eccettuative, queste introducono una proposizione che fa riferimento ad un’eccezione rispetto a quanto enunciato dalla principale, come precisato dall’uso di: eccetto che, tranne che, fuorché, a meno che;
- limitative, aprono la strada alle proposizioni di tipo subordinato con cui si fa riferimento ad una limitazione rispetto a quanto espresso nella proposizione principale (rientrano in questa: per quanto, in quanto, che);
- esclusive, se indicano una subordinata che segnala un’esclusione, una limitazione rispetto a quello che la principale enuncia (tra gli esempi di questo tipo di congiunzione ci sono: senza, senza che).
- interrogative e dubitative, usate con la funzione di introdurre una subordinata che propone una domanda indiretta o che veicola un dubbio (tra le parti del discorso adoperate con questa funzione ci sono: se, quando, come, perché, quanto);
- finali, nel caso in cui esprimono una proposizione che spiega qual è il fine, lo scopo di quello che la principale enuncia(l’uso ricade in questo caso su espressioni quali: che, in modo che, perché, affinché).
Nelle varie congiunzioni in cui si adopera “che” è bene prestare attenzione, per non fare confusione con l’aggettivo ed il pronome relativo omonimo: anche se si scrivono nello stesso modo il loro ruolo grammaticale e sintattico è diverso.