Ecografia 4D in gravidanza: quando si esegue?
Ecografia 4D, cosa si riesce a vedere?
Nel corso della gravidanza grazie ad un’ecografia 4D si può visualizzare e registrare il viso ed altre sedi anatomiche del feto, riprendendo i suoi movimenti più caratteristici. Grazie a questa tecnologia è infatti possibile riprendere il piccolo mentre succhia il suo dito, mentre stiracchia le gambine, oppure mentre muove le mani o quando apre e chiude la bocca per bere il liquido amniotico.

In questo stadio della crescita il piccolo ha raggiunto delle dimensioni medie, dal momento che è ormai arrivato alla fase centrale dello sviluppo intrauterino. Inoltre quest’ecografia digitale viene eseguita in questo stadio della dolce attesa perché il piccolo ha assunto una posizione favorevole per rendere possibile la visualizzazione del suo viso e del suo corpicino.
Ecografia 4D quando si esegue e quali informazioni offre in gravidanza
L’ecografia 4D in gravidanza viene pianificata quando il feto ha delle dimensioni ideali, e si trova in una posizione favorevole, ossia quando tra il suo viso e la parete uterina è presente uno spazio sufficiente: una quantità di liquido amniotico che non fa interferire le anse del cordone ombelicale o parti del feto. Queste condizioni sono essenziali per ottenere delle immagini soddisfacenti, non solo per gli addetti al lavoro ma anche per le stesse aspettative della futura mamma e del futuro papà.
Con questo esame si ha la possibilità di registrare i movimenti del piccolo nel grembo materno in alta definizione, non si tratta quindi di un tipo di indagine prenatale. L’esame infatti non è finalizzato ad individuare eventuali condizioni patologiche a carico del feto. Di fatto nello screening in ostetricia l’indagine non si programma con lo scopo di fornire delle informazioni in più rispetto all’esame bidimensionale.
Si deve comunque precisare che nel nascituro si possono manifestare delle malformazioni anche tardivamente, ad esempio negli ultimi due mesi della gravidanza, e che sfuggono durante gli esami precoci pianificati nel calendario degli esami prenatali e delle visite ginecologiche di routine. Questo spiega il perché alcune anomalie fetali sfuggono alle indagini di imaging e così non vengono rilevate a volte fino a dopo la nascita.
Con quale strumento si effettua l’ecografia 4D in gravidanza?
Sfruttando le potenzialità di una tecnologia all’avanguardia, si ha la possibilità di ottenere un tipo di ecografia in diretta, rilevando la visualizzazione tridimensionale del feto in movimento. In questo campo si fa affidamento ad un’apparecchiatura scrupolosa ed al passo con le ultime innovazioni tecnologiche. Infatti si adopera l’Ecografo EPIQ7, un sistema ecografico che sfrutta al meglio le potenzialità dell’architettura Philips.
Nel corso di un’ecografia 4D in gravidanza si combinano insieme le qualità dell’esame di imaging al rilevamento ad ultrasuoni, in modo da poter acquisire ed elaborare il segnale acustico. Il risultato finale mette a disposizione un esame ecografico evoluto, grazie ad un alto profilo di definizione.
L’apparecchiatura che si impiega nel corso di questo esame di imaging, per mezzo di una sonda addominale volumetrica, permette di ottimizzare le immagini bidimensionali fornendo dei fotogrammi ad alta definizione. Per procedere con l’acquisizione di dati di natura morfologica si utilizzano le sonde volumetriche che sono capaci di registrare nel lasso di poco tempo una serie significativa di fotogrammi, con una media di una decina al secondo.
Attraverso la memorizzazione di un accurato numero di sezioni, si può in questo modo acquisire in tempo reale ed in movimento un’immagine tridimensionale del piccolo: questa è la grande potenzialità dell’ecografia 4D in gravidanza.
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