Ecografia 3D in gravidanza quando si esegue
Ecografia 3d
In gravidanza nell’elenco degli esami prenatali figura anche l’ecografia 3D, che non solo offre la possibilità di scoprire la fisionomia del bambino, ma permette anche di acquisire delle informazioni preziose sul piccolo. La pianificazione dell’ecografia tridimensionale, durante la dolce attesa, di fatto consente di sfruttare le innovazioni in campo tecnologico per riprodurre l’immagine tridimensionale del feto. L’esame è uno strumento vantaggioso anche nel campo diagnostico prenatale: si dimostra di grande supporto in campo ginecologico ed in quello ostetrico.

Quando si esegue l’ecografia 3D in gravidanza
Per cogliere al meglio l’immagine tridimensionale del feto è necessario che l’esame venga eseguito in un preciso momento della gestazione. Infatti prima di poter eseguire questa ecografia si procede con quella classica, che si limita a fotografare il feto in bianco e nero nella dimensione bidimensionale.
In genere, si può effettuare un’ecografia 3D per via transvaginale già nelle prime settimane della gestazione, per poi procedere con un approfondimento nel 2° e 3° trimestre di gravidanza, in tal caso l’esame si esegue per via sovrapubica. Seguendo le indicazioni ginecologiche questo tipo di indagine è suggerita quando si procede con l’ecografia del secondo trimestre, ossia quella morfologica che permette di valutare l’anatomia e la crescita del feto, ma anche di identificare eventuali malformazioni.
Per controllare lo sviluppo e la salute del nascituro durante la gestazione sono previste tre ecografie: quella ostetrica, quella morfologica e quella di accrescimento, come suggerito dalle linee guida del Ministero della Salute. Di solito nel corso del secondo e terzo trimestre di gravidanza si può sostituire quest’indagine ecografica con una di quelle obbligatore.
Cosa permette di visualizzare l’ecografia 3D?
Si tratta non solo di un’indagine di approfondimento, ma anche di un momento emozionante che permette di vedere il viso del nascituro. Oltre a delineare la fisionomia del piccolo l’immagine tridimensionale a colori consente di visualizzare il corpicino del piccolo in modo più definito. È così possibile vedere grazie alla tecnologia ad alta definizione il piccolo, soffermandosi sulla sua estetica oltre che sulla sua morfologia.
Va precisato che il livello di qualità dell’immagine è strettamente correlata alla stessa posizione del piccolo nel grembo materno. In particolare, per una visualizzazione ottimale che offra la possibilità di vedere al meglio il piccolo, prima della nascita, il feto deve essere rivolto verso la sonda senza la frapposizione del cordone o della placenta. Si deve poi tener conto di un altro fattore: il tessuto adiposo materno deve avere uno spessore ridotto in modo da non condizionare la stessa trasmissione degli ultrasuoni.
Ecografia 3D, la sua importanza in ambito ginecologico ed ostetrico
Quest’indagine ginecologica può essere eseguita durante la gestazione in qualunque periodo, anche se in genere si programma a partire dalla 25° settimana di gravidanza. In questa fase della dolce attesa si ha la possibilità di acquisire un’immagine migliore, beneficiando delle dimensioni fetali medie, della posizione favorevole nel grembo materno ed anche dello stesso impatto estetico.
L’ecografia tridimensionale ha anche un uso di tipo diagnostico, di grande importanza. In ambito ginecologico si utilizza questi esame per esaminare con maggiore attenzione l’apparato genitale femminile, soffermandosi anche sulla parte interna non solo su quella esterna. Ma quest’indagine permette inoltre di rilevare eventuali malformazioni uterine congenite, dopo un iniziale sospetto evidenziato nel corso di un’ecografia bidimensionale. In più l’esame è in grado di diagnosticare delle condizioni patologiche ginecologiche endocavitarie.
Mentre il suo utilizzo nel campo ostetrico offre la possibilità di identificare anomalie in diversi sedi anatomiche quali: cordone ombelicale, organi interni, torace ed arti fetali. Tra le potenzialità di questo esame non si deve tralasciare il fatto che permette la riproduzione di strutture anatomiche ed organi nella bidimensionalità, superando i limiti fisici e tecnici della tradizionale ecografia. Ma la frontiera degli esami per quanto riguarda la gravidanza è sempre più proiettata in avanti, come confermato dai dati che si possono raccogliere grazie ad un’ecografia 4D.
Cosa visualizza l’ecografia 4D?
L’ecografia 4D è in grado di favorire una proiezione più affinata rendendo possibile la visualizzazione tridimensionale del feto in movimento e quindi in diretta. Sostanzialmente la differenza tra l’ecografia 3D e quella in 4D consiste nel fatto che, la prima fornisce un’immagine tridimensionale e statica, mentre la seconda è dinamica.