Quadro siero proteico (QSP): cosa misura e quali sono i risultati
Tra gli esami a cui le future mamme si sottopongono durante la gravidanza si segnala il quadro siero proteico (QSP).
Il quadro siero proteico permette di monitorare la funzionalità, e lo stato di salute della gestante.

Ma cosa permette di valutare questo esame?
Il cosiddetto quadro siero proteico permette di controllare la funzionalità del fegato, infatti è un indicatore specifico per valutare la salute epatica, dal momento che analizza e rileva il livello di determinate proteine presenti a livello ematico. Questo esame di laboratorio, noto anche con altre due comuni terminologie mediche, quali protidogramma ed elettroforesi proteica, permette di studiare in modo approfondito la funzionalità epatica, così da identificare eventuali alterazioni a cui porre rimedio.
Cos’è e perché si effettua il quadro siero proteico (QSP)
Un simile esame di laboratorio si esegue partendo da un campione di sangue, che come da routine si preleva dal soggetto a digiuno. In tal caso, l’elettroforesi proteica permette di tracciare il quadro delle proteine che sono presenti nel sangue chiamando all’appello 5 frazioni: albumina, alfa1, alfa2, beta globuline, gammaglobuline. Con questa indagine si rilevano eventuali anomalie nei valori, che sono indicatori di alterazioni o problemi di natura epatica.
L’esame quindi permette di rilevare, ma anche di tenere sotto controllo nel tempo, disturbi e malattie che si palesano, registrando l’eccessiva produzione di proteine oppure il loro deficit. In caso di valori non compresi nel range di riferimento, si possono identificare delle malattie a carico del fegato ma anche a carico dei reni, le alterazioni possono poi dipendere da processi di flogosi in corso o da focus infettivi. Ma le alterazioni che si rilevano con questo esame di laboratorio identificano anche altri quadri patologici quali: malattie autoimmuni, sclerosi multipla, mieloma multiplo.
Nello specifico le 5 frazioni corrispondono ognuna ad una funzionalità di tipo epatico. Soffermiamoci su ciascun parametro che prende in considerazione il quadro siero proteico (QSP).
Albumina: l’analisi di questa proteina plasmatica, che è la più abbondante prodotta nel fegato, è da considerarsi normale se la sua percentuale è compresa nell’intervallo 59-69%. Nello specifico il range di riferimento è 3,6-4,9 grammi/decilitro (g/dl). Un valore inferiore può dipendere da fattori quali: malattie renali, condizioni patologiche epatiche, infiammazioni o problemi alla tiroide, malnutrizione. Invece durante la gravidanza è da considerarsi normale un rilevamento inferiore al range dei valori regolari. Un incremento dei valori di questa proteina plasmatica sempre in gravidanza segnala di solito disidratazione.
Globuline alfa 1: queste proteine globulari presenti nel sangue e prodotte dal fegato sono nei parametri, se la percentuale è compresa nell’intervallo 2,0-3,5%, con range di riferimento è 0,2-0,4 grammi/decilitro (g/dl). In caso di livelli più bassi dei valori di riferimento, la condizione può dipendere da malattie di tipo epatico o renale, ma l’alterazione indica anche enfisema congenito. Se invece i valori risultano più alti, questo può essere causato da infiammazioni in corso o da focus di natura infettiva. Nel corso della gravidanza, le donne segnalano spesso dei valori aumentati di tali componenti plasmatiche.
Globuline alfa 2: questo gruppo di proteine, con la funzione di trasportare lipidi ed ormoni, ha un parametro normale se la percentuale dei suoi livelli è compresa nell’intervallo 6-11%, con valore di riferimento 0,4-0,8 grammi/decilitro (g/dl). In caso di incremento dei valori, le cause sono da ascrivere a: malattie renali, diabete, infarto cardiaco, sindrome di Down, tumori, infiammazioni, infezioni. Mentre i suoi valori possono essere più bassi in caso di patologie epatiche, emolisi, malnutrizione. Come le alfa 1 globuline, anche le alfa 2 tendono ad aumentare durante la gravidanza.
Globuline beta: è considerato normale il range 6-12%, di queste proteine prodotte dal fegato e presenti nel sangue, con valore di riferimento 0,6-1 grammo/decilitro (g/dl). Alterazioni dei livelli troppo alte sono un campanello d’allarme che segnala condizioni da non sottovalutare: anemia, ipercolesterolemia, mieloma multiplo. Nel corso della gravidanza un incremento dei valori di questo gruppo di proteine è normale. Mentre se si registrano bassi livelli di beta globuline, la condizione può essere dovuta a: malattia epatica, problemi a livello renale, ma sono anche un indice di malnutrizione.
Globuline gamma: l’analisi delle IgG è ritenuta normale, se la percentuale dei suoi valori rientra nell’intervallo compreso tra 9-20%, con range di riferimento è pari a 0,9-1,4 grammo/decilitro (g/dl). Nel caso in cui le gamma globuline si attestano su valori superiori a quelli normali, ci possono essere alla base diverse condizioni patologiche quali: malattie infiammatorie di natura cronica, artrite reumatoide, lupus, malattie epatiche, infezioni, malattie immunitarie, tumori, mieloma multiplo, linfoma, macroglobulinemia di Waldenstrom.
Mentre se si riscontrano livelli inferiori al range normale, allora questo può essere una spia di eventuali malattie genetiche a carico del sistema immunitario o di un’immunodeficienza di tipo secondario.
Come si esegue il quadro siero proteico (QSP)?
Per quest’indagine valgono le raccomandazioni generali, che si indicano quando si esegue in laboratorio un qualsiasi prelievo di sangue, dunque è necessario presentarsi al prelievo a digiuno da almeno 9-12 ore. Oltre a questa indicazione si deve anche segnalare se si assumono eventuali farmaci, così si eviterà di inficiare i risultati. Oltre alle donne in gravidanza, l’esame si prescrive per accertare specifiche alterazioni o condizioni patologiche, ma anche per monitorare le proteine plasmatiche.
Il medico in genere può prescrivere un simile esame se sospetta una malattia renale oppure epatica, o nel caso in cui si vuole appurare un’infiammazione oppure un’infezione in corso. Il quadro siero proteico (QSP) è un indicatore importante anche per la diagnosi di una malattia autoimmune e di un quadro patologico correlato alla produzione di anticorpi che presentano la medesima struttura chimica.
I risultati dell’esame si ottengono eseguendo la separazione all’interno di un campo elettrico delle proteine presenti nel plasma, si tratta principalmente di componenti prodotte dal fegato e dal sistema immunitario. Anche se si possono rintracciare delle lievi variazioni da un laboratorio di analisi ad un altro, in linea generale sono da ritenere normali i livelli delle frazioni di proteine nel plasma compresi da 6 a 8 g/dl di proteine totali.
Nella valutazione dei valori delle frazioni di proteine nel siero umano, si deve tener conto poi delle variazioni nei parametri di riferimento tra uomini e donne. Inoltre durante la gravidanza i valori presentano delle lievi variazioni, che vengono però considerate normali e dipendono dall’influenza diretta dei cambiamenti ormonali e fisiologici nel corpo della donna in dolce attesa.