Famiglia arcobaleno: significato e diritti di figli e genitori
Famiglia arcobaleno: nuclei familiari diversi.
Sotto l’etichetta “famiglia arcobaleno” rientrano dei nuclei familiari diversi dalla tradizionale famiglia che include: padre, madre e figli. La lotta per l’integrazione ed il rispetto della diversità prevede anche delle rivoluzioni nel contesto familiare, dove più spesso si parla di “nucleo omogenitoriale”, ossia di famiglia composta da una coppia omosessuale e dai loro figli legalmente riconosciuti. Il termine arcobaleno indica la molteplicità di casi che identificano questo nuovo modello di nucleo familiare, anche se si individuano essenzialmente quattro tipi.

Le famiglie arcobaleno possono essere dunque formate da: uomini o donne, che da una precedente relazione eterosessuale hanno avuto una prole, ma che successivamente hanno deciso di fare coming out rivendicando la propria identità sessuale.
Un nucleo familiare rainbow comprende anche coppie gay/lesbiche, o soggetti omosessuali di sesso differente, che decidono di condividere la genitorialità ed affrontano la loro routine quotidiana come coppie eterosessuali legalmente separate.
Anche i soggetti omosessuali, gay o lesbiche, che decidono di appagare il loro desiderio di diventare genitori nel modo più congeniale, avendo a disposizioni diverse opzioni, rientrano sotto questa etichetta. Ma nella classificazione trovano posto anche le coppie omosessuali che desiderano un figlio e cercano di adottare un bambino all’estero o, fanno ricorso alla procreazione assistita all’estero, visto che la legge italiana legittima l’accesso alle tecniche di procreazione assistita esclusivamente alle coppie maggiorenni, sposate o conviventi, ma solo se di sesso differente.
Famiglie arcobaleno: le battaglie portate avanti oggi
Le battaglie che portano avanti le moderne famiglie che simbolicamente si identificano sotto la bandiera rainbow riguardano: l’integrazione sociale, il rispetto dei loro diritti, il riconoscimento a livello legale del loro nucleo familiare. Tra le principali difficoltà che ancora oggi si trovano a dover affrontare le coppie omosessuali figura il riconoscimento del proprio ruolo genitoriale. In questo l’Italia è molto indietro, visto che persiste ancora oggi una mentalità ed una cultura radicata nella tradizione e nel patriarcato, quindi continuano a rintracciarsi spesso pregiudizi ed atti discriminatori.
Dal punto di vista istituzionale queste famiglie non sono protette da una specifica regolamentazione di tipo giuridico. In presenza di un vuoto normativo questi soggetti non possono vedere tutelati i loro diretti né i loro doveri. La realtà attuale di una famiglia arcobaleno è lontana in molti casi dal riconoscimento di un regolare nucleo familiare, anche se a loro compete il rispetto di precisi diritti e doveri come genitori.
Il gap del nostro Paese rispetto a molti altri Paesi Europei e stranieri è ancora significativo, a partire dall’ordinamento giudiziario. Lo zoccolo duro a livello normativo si rintraccia nel diniego di avere un figlio facendo ricorso alla fecondazione assistita: un’evenienza negata dalla legge italiana alle coppie omossessuali. Nel 2019 la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza contro il diritto delle coppie gay/lesbiche di avere un figlio tramite le tecniche di fecondazione assistita, facendo appello alla legge sulla procreazione assistita.
Si tratta della Legge 40/2004 in base alla quale il percorso della procreazione viene autorizzato nel nostro Paese solo alle coppie maggiorenni, eterosessuali, di età potenzialmente fertile, unite da loro dal vincolo del matrimonio o conviventi.
Sostanzialmente, la Corte Costituzionale ha negato la possibilità ad una coppia appartenente ad un modello di famiglia arcobaleno di ricorrere nel nostro Paese alla fecondazione assistita, una procedura che viene praticata all’estero senza queste limitazioni. In base alla sentenza del 2019 della Corte di Cassazione, non viene invece confutata l’idoneità alla responsabilità genitoriale, che non risulta vincolata dall’orientamento sessuale di una coppia. Le famiglie arcobaleno hanno la possibilità di intraprendere un iter differente: ricorrere alla procreazione assistita in un Paese straniero, e poi trascrivere l’atto di nascita del bambino in Italia. Il vuoto normativo ed il prevalere di un modello genitoriale e familiare tradizionale, sono tra i principali ostacoli che incontrano sul loro cammino le coppie dichiaratamente omosessuali in Italia.
Come sono tutelati dalla legge italiana i figli delle famiglie arcobaleno
I figli nella famiglia arcobaleno sono tutelati dalla legge italiana? Anche questo tema, che è motivo di accese discussioni tra le fila rainbow e nelle aule del Parlamento, presenta un vuoto normativo eclatante. La mancanza di specifiche leggi nega ai figli di una famiglia arcobaleno di vedersi garantire in pieno i loro diritti ed i doveri. In tal caso per i figli nati dai nuclei familiari che non rientrano sotto la definizione tradizionale si deve far riferimento alle norme del Codice civile.
Dal punto di vista giudiziario, i figli nati all’interno di una famiglia tradizionale devono essere trattati allo stesso modo della prole nata da una famiglia arcobaleno. Per legge dunque ogni genitore indipendentemente dal contesto familiare, deve badare a mantenere e sostenere i suoi figli. La figura genitoriale deve non solo provvedere all’istruzione ed all’educazione della prole ma deve anche non negare la loro identità, visto che per legge i genitori sono tenuti a sostenere le inclinazioni e le aspirazioni dei figli.