Rimozione tatuaggio: quanto costa? Come si fa?
Rimozione tatuaggio come funziona? Costi e tempi?
Le mode passano, alcuni amori finiscono ma i ricordi di momenti legati ad un tatuaggio restano sul corpo: la rimozione di un tatuaggio è ormai una richiesta abituale, come documentato dalle statistiche che parlano chiaro: circa 17% delle persone con tatuaggi pensa di rimuoverne uno, mentre il 4,3% ha avviato un trattamento di rimozione tatuaggio con il laser o l’ha già rimosso.

Prima di procedere però con il trattamento che porta alla cancellazione di un tatuaggio, tanti si pongono una serie di domande relative a dolore, costi e durata delle sedute rimozione.
Come si rimuove un tatuaggio? Le nuove tecniche
Oggi rispetto al procedimento del passato è più semplice cancellare i segni d’inchiostro sulla pelle, in quanto i processi tecnologici hanno permesso di rendere più facile quello che era trattato come un intervento chirurgico. La vecchia procedura di rimozione consisteva nella sua incisione ed in seguito all’eliminazione, che comportava molto più dolore lasciando traccia sulla pelle.
Infatti al termine della procedura il soggetto riportava i segni di una cicatrice che finiva spesso per far rimpiangere il vecchio tatuaggio. Oggi la tecnologia laser ha permesso di superare le lacune del passato riducendo dolore, tempi ed eliminando tracce visibili sulla pelle.
Rimozione tatuaggio: le moderne procedure con il laser Q-Switched e con il laser picosecondi
La procedura per rimuovere i tatuaggi è andata incontro a passi in avanti, che hanno snellito la procedura e ridotto le implicazioni sul soggetto. L’uso di specifici laser permette di rendere la sessione di rimozione più facile da sopportare, non lasciando cicatrici né macchie cutanee. In campo dermatologico si impiegano principalmente due tipi di laser: quello Q-Switched e quello a picosecondi, che hanno delle specifiche caratteristiche.
Il laser Q-Switched immette un impulso molto potente, che si attiva in pochi miliardesimi di secondo. L’erogazione di una grande ondata di energia ha la capacità di frantumare i pigmenti dell’inchiostro del tatuaggio, favorendo la sua eliminazione dalla pelle. Nel caso invece del laser a picosecondi, con tecnologia di ultima generazione, il principale tratto distintivo consiste nell’erogazione di un’analoga potenza di energia ma in tempi più veloci, circa 1000 volte più celeri: ossia in appena un millesimo di miliardesimo di secondo.
Qual è il principale vantaggio del laser a picosecondi rispetto a quello Q-Switched?
Il primo rispetto al secondo è capace di dissolvere il pigmento dei tatuaggi in micro pezzi, così risultano facilmente rimovibili dall’organismo. Come effetto finale quindi il tatuaggio viene cancellato in tempi più brevi ed in modo più soddisfacente.
La domanda che si pongono tutti: la procedura di rimozione di un tatuaggio è dolorosa?
Rispetto alle strumentazioni laser di qualche anno fa, le tecnologie più evolute hanno permesso di limitare l’esperienza dolorosa. Nel corso di una seduta per rimuovere il tatuaggio si sperimenta una sensazione analoga a quella provata durante la fase di iniezione del pigmento a livello cutaneo, ma il disagio si sopporta meglio, anche perché il trattamento è più rapido.
Questo ha invogliato anche i più scettici, che temevano per il dolore a sottoporsi alla procedura di rimozione di un tatuaggio, che sfrutta delle innovative strumentazioni laser, le quali rispetto a quelle del passato non rendono dolorosa la sessione di eliminazione. Rispetto ai metodi più classici, i nuovi sistemi utilizzati dallo specialista, che deve rispettare precisi protocolli, si affidano a delle tecniche di ultima generazione meno invasive.
Rimozione tatuaggio: sulla pelle resta qualche cicatrice o macchia?
La moderna tecnologia laser è in grado di agire in modo mirato, esclusivamente sul pigmento del tatuaggi frantumandolo in piccoli pezzi, che vengono smaltiti facilmente dall’organismo attraverso l’azione distruttiva messa in atto dai macrofagi, ovvero dagli spazzini del nostro sistema immunitario.
Questo permette di evitare reazioni di tipo cutaneo, un vantaggio offerto dagli innovativi laser a picosecondi, il cui impulso non genera calore sulla pelle, in quanto la procedura è rapida. L’azione del laser che sfrutta le potenzialità della luce emessa in tempi rapidissimi non causa danni cutanei: ecco perché la procedura di eliminazione dei tatuaggi oggi è una tendenza in crescita.
In quanto tempo si cancella un tatuaggio?
Dalle dimensioni del tatuaggio dipende il tempo necessario per la sua completa eliminazione, anche se si tratta di una procedura alquanto lunga, affidata alle capacità di smaltimento dell’organismo.
Dal punto di vista pratico, i trattamenti laser non rimuovono l’inchiostro, si limitano a favorire la rottura dei pigmenti presenti nel tatuaggio, permettendo alle cellule del sistema immunitario di fagocitare i frammenti di piccole dimensioni. In base quindi ai tempi fisiologici richiesti dallo stesso organismo, che sono variabili da soggetto a soggetto, si potranno eliminare le tracce del tatuaggio nel tempo, ma si prevedono mesi.
Se si vuole rimuovere un tatuaggio si deve prevedere un percorso lungo e ben cadenzato, con sedute di trattamento ogni 2-3 mesi: è necessario distanziare le sessioni per avere un risultato finale il più soddisfacente possibile. Si deve quindi mettere in conto un arco di tempo dilatato, che ricade in un range temporale tra i 12 mesi ed i 18 mesi circa, con 5-7 sedute.
Perché i laser per la rimozione dei tatuaggi sono utili per eliminare il trucco semipermanente?
I trattamenti cosmetici semipermanenti sono sempre più richiesti dalle donne, si possono rimuovere più agevolmente grazie proprio all’utilizzo dei più innovativi laser, che si impiegano nel corso della rimozione di un tatuaggio. Per simili procedure in media si devono mettere in conto 2-3 sedute, da effettuare con una cadenza distanziata nel tempo: circa un mese di distanza l’una dall’altra.
Quindi l’eliminazione del trucco semipermanente si dimostra un trattamento veloce e semplice, ma anche non troppo costoso. Infatti per beneficiare di tali procedure si devono preventivare dei costi compresi tra i 60 euro e gli 100 euro per ogni seduta.
Invece quanto costa cancellare un tattoo? Rimozione di un tatuaggio, ecco quanto costa
Rispetto al passato, i costi da sostenere per sottoporsi ad un trattamento di rimozione di un tatuaggio sono scesi, e risultano accessibili ad una platea più copiosa di soggetti. Questo fattore, come anche il fatto che non si tratta più di procedure dolorose hanno incentivato le persone non solo ad ipotizzare di eliminare un tattoo, ma anche di intraprendere il percorso di rimozione.
Questo tipo di trattamento è oggi diventato alla portata quasi di tutti, per via di costi medi contenuti che si attestano attorno agli 80 euro in su, in caso di procedura con laser a picosecondi.
Rimozione tatuaggio prima e dopo
Per eliminare i tatuaggi cutanei si raccomanda di rivolgersi ad un medico specializzato in medicina estetica oppure in chirurgia plastica-ricostruttiva. Nel corso della visita iniziale, lo specialista esperto in rimozione di tatuaggi non solo prenderà visione del tattoo da eliminare, ma anche delle condizioni della pelle.
Non deve mancare poi la raccolta di informazioni sullo stato di salute del soggetto, che a sua volta deve essere messo al corrente della procedura che si eseguirà su di lui. Infatti il medico deve fornire spiegazioni su trattamento, vantaggi ed eventuali effetti, per supportare così un percorso consapevole ed il più possibile sereno.
Cosa avviene nel corso di una seduta di rimozione di un tatuaggio?
Dalla stessa superficie del tatuaggio da eliminare, dipende la durata ed il numero delle sedute di rimozione, tenendo conto che per il trattamento di una superficie quadrata di 4 centimetri di lato sono necessari in media 15-20 minuti.
Come visto prima, la procedura non è dolorosa, anche se si percepisce nel corso della sessione un leggero fastidio, paragonabile al pizzicore di piccole punture. Invece la sensazione di calore della luce del laser è stata ridotta grazie al fascio di luce definito freddo, in quanto agisce in frazioni di tempo alquanto piccole.
Per ovviare alla sensazione di pizzicore può essere applicato un anestetico locale, 40-60 minuti prima della seduta; nel caso poi di area da trattare estesa può essere applicato del ghiaccio non solo nel corso della seduta ma anche al suo termine. Non devono allarmare i mutamenti cutanei provocati dal laser a partire dal cosiddetto effetto frosting, che determina lo sbiancamento cutaneo nella sede sopra al tatuaggio, da imputare al sollevamento dell’epidermide ma anche alla formazione di bollicine di aria tra epidermide e derma sottostante.
Lo sbiancamento non dura molto tempo, nel giro di 15-30 minuti scompare, inoltre nel corso del trattamento è normale che compaia edema o gonfiore nella sede soggetta al trattamento, come conseguenza del calore prodotto dalla rottura dei pigmenti. In genere l’edema locale si attenua già entro la prima ora successiva al trattamento, e solo in sporadici casi si possono sviluppare: bolle, croste o piccoli episodi emorragici.
Come si trattano eventuali problematiche cutanee post seduta?
Di solito lo specialista non suggerisce l’applicazione di medicamenti sulla pelle trattata con laser, ma se necessario consiglia di adoperare una crema che prevede nella sua formulazione la presenza cortisone, oppure in alternativa delle pomate dall’azione lenitiva.
È del tutto normale avvertire nelle successive 24 ore dal trattamento un certo bruciore in sede, o manifestare delle croste, che non si devono toccare per evitare infezioni e formazione di cicatrici ma anche l’insorgenza di altre problematiche della pelle. La sintomatologia fastidiosa tende a risolversi spontaneamente, al massimo dopo le prime 48 ore dalla seduta laser.
I soggetti che si sottopongono alla rimozione di un tatuaggio devono rispettare alcune piccole raccomandazioni nei giorni successivi al trattamento, ossia devono evitare la frequentazione di ambienti tendenzialmente caldo umidi. Inoltre si deve proteggere la pelle dal sole: dopo un mese dalla seduta, il paziente non si deve esporre al sole e deve anche evitare le lampade abbronzanti.
Trattamento laser per rimuovere un tatuaggio: quante sedute si devono mettere in conto?
In base alla risposta del corpo ed all’estensione del tattoo la sua rimozione va incontro a delle variabili, ma è possibile ipotizzare sin dalla prima seduta la quantità delle sessioni da preventivare, per ultimare la procedura. Come già precisato il numero di sedute è strettamente correlato alla grandezza del tatuaggio ma anche alla resistenza dei pigmenti, non trascurando altre variabili tra cui il tipo di pelle del soggetto ed ulteriori fattori.
Per i tatuaggi più semplici da rimuovere, possono essere necessarie da 3 a 5 sedute; nel caso di trattamento più intenso si devono invece preventivare dalle 8 alle 12 sedute, con cadenza dilatata nel tempo. Questo perché si devono prendere in considerazione diversi dati per procedere con la rimozione dei tatuaggi, si tratta dei parametri riassunti nella scala Kirby-Desai, che aiuta a stabilire il numero indicativo delle sedute.

In base ad ogni parametro preso in considerazione si attribuisce un punteggio, così a ciascun punto si associa una seduta. Dalla somma dei punti si calcola alla fine il numero delle sedute necessarie. I dati statistici hanno rilevato che per registrare un soddisfacente risultato è opportuno effettuare il trattamento di rimozione con una cadenza di 2 o 3 mesi, ma si può anche pianificare una modulazione più prolunga qualora fosse necessario.
I possibili effetti collaterali da preventivare in caso di valutazione non adeguata
In seguito ad un trattamento di rimozione tatuaggi, non si riscontrano nella maggior parte dei casi conseguenze o possibili effetti collaterali, se lo specialista prima di intervenire ha eseguito un’approfondita valutazione delle condizioni del singolo paziente, considerando le eventuali condizioni che impediscono di avviare la procedura. Sussistono infatti dei fattori che potrebbero influenzare il risultato finale quali:
- pelle del soggetto molto abbronzata, come anche l’incarnato olivastro o di colore hanno un impatto negativo sull’esito del trattamento, poiché espongono al rischio di possibili alterazioni della pigmentazione cutanea, inoltre si potrebbero provocare ustioni;
- infezioni della pelle in corso, o cute non integra e sana;
- inclinazione a sviluppare cicatrici;
- stagione calda, il trattamento per cancellare un tattoo non si dovrebbe eseguire in estate e nel corso della primavera inoltrata, per scongiurare il rischio di esposizione al sole e di sudorazione;
- terapie farmacologiche o farmaci fotosensibilizzanti, in questo caso è sempre opportuno informare il medico prima di intraprendere la procedura per cancellare il tatuaggio.
Per la rimozione di tatuaggi consigliamo di rivolgersi sempre ad un medico esperto nel settore per evitare spiacevoli risultati.