Tiralatte come usarlo: consigli utili
Come usare il tiralatte?
L’impiego del tiralatte spaventa molte neo mamme alla prima esperienza con una pratica che non tutte sono propense a sperimentare, ma seguendo i consigli di questa guida si potrà usare al meglio il dispositivo con cui estrarre il latte dal seno riducendo tempo e sforzi. Se, dopo aver seguito questi consigli, il dolore persiste, è bene interrompere l’estrazione e parlare con un consulente per l’allattamento.

In genere quando le mamme apprendono come usare il dispositivo, manuale o con alimentazione elettrica o con batteria, non sperimentano più disagio e dolore. Il principale suggerimento è quello di munirsi di tanta pazienza per imparare ad estrarre il latte dal seno, e sperimentare così la giusta stimolazione mediante l’induzione del riflesso di eiezione, che agevola l’operazione, incrementando la quantità di latte estratto.
Per imparare le giuste strategie dell’allattamento al seno e come usare al meglio il tiralatte si suggerisce di rivolgersi, se possibile ad uno specialista dell’allattamento.
In ogni modo sono vantaggiosi anche i consigli forniti dagli esperti alla base di questa pratica guida che suggerisce come vivere con maggiore serenità e praticità l’esperienza, evitando che l’estrazione del latte diventi una prassi traumatica. Ecco di seguito alcune indicazioni che potrebbero essere adottate per rendere l’estrazione del latte dalle mammelle un momento da affrontare in tranquillità.
Meglio non aver fretta: prenditi il tempo necessario
In genere, si ricorre al tiralatte quando il bambino stimola una maggiore produzione di latte che spinge a prendere in considerazione questo espediente, per conservare il latte materno. Quando infatti l’allattamento al seno permette una maggiore produzione si può aver bisogno dell’aiuto del dispositivo con cui estrarre il latte, da dare al bambino magari quando la mamma è fuori casa e si delega ad altri l’appuntamento con la poppata.
Se invece non si hanno necessità particolari gli esperti suggeriscono di privilegiare l’allattamento al seno rispondendo così al meglio alle richieste del bambino, offrendogli anche una maggiore fonte di nutrienti. L’estrazione del latte materno di solito può diventare un rituale quotidiano dopo i primi mesi di vita di un bambino, e dopo le prime esperienze di rodaggio si imparerà in modo regolare ad utilizzare il tiralatte.
Utilizza il tiralatte solo se il bambino non può essere allattato al seno
Estrarre il latte dal seno può essere necessario nei casi in cui il piccolo ha esigenze specifiche, se è prematuro e non può attaccarsi al seno, o se la mamma non può allattarlo. Ma si suggerisce anche di estrarre il latte entro le prime ore, quando il piccolo fa abitualmente la prima poppata: secondo gli esperti questo espediente stimola una maggiore produzione di latte, incrementandone il volume principalmente nelle prime settimane di vita di un neonato: si sostiene così la sua alimentazione a base solo latte materno.
Estrarre il latte spesso stimola un maggiore volume, per questo la linea guida è quella di estrarre dalle 8 alle 10 volte nell’arco della giornata, rispettando la frequenza nel corso delle 24 ore.
Potrebbe poi essere utile informarsi preventivamente su come comportarsi con un prematuro costretto al ricoverato nel reparto di terapia intensiva, una condizione che ostacola l’allattamento, in modo da sapere come procedere con l’estrazione del latte dal seno. Si raccomanda quindi di informarsi e chiedere aiuto consultando un professionista sanitario, ma anche uno specialista dell’allattamento.
È importante impostare il giusto ritmo
Combinando insieme uso del tiralatte ed allattamento al seno, si stimola la produzione, ma per impostare al meglio la ruotine di estrazione è opportuno dapprima tirare il latte per almeno 15 minuti. In molti casi si registrano delle estrazioni più abbondanti un’ora dopo le poppate, invece alcune donne preferiscono una cadenza di estrazione una volta ogni due poppate.
Il suggerimento vantaggioso da seguire è quello di sperimentare l’estrazione in momenti diversi per appurare quando la procedura risulta più funzionale alle proprie esigenze ed alle abitudini del piccolo. Una volta impostato il ritmo ideale si imparerà ad utilizzare al meglio il tiralatte con una maggiore raccolta di latte.
Per stabilire il regolare intervallo tra una sessione e l’altra nella quale estrarre il latte è opportuno accertare il volume dei seni, tenendo conto che estrarre regolarmente e con una precisa frequenza è la giusta strategia.
Attenzione all’igiene durante l’utilizzo del tiralatte
Il rispetto delle norme igieniche è necessario per salvaguardare la sicurezza del piccolo. La regola aurea è quella di lavarsi accuratamente le mani prima ed in seguito ad ogni sessione di estrazione, non trascurando l’igiene dei capezzoli. Inoltre è opportuno effettuare un’approfondita pulizia delle parti che costituiscono il dispositivo.
Tra i consigli pratici da non sottovalutare si ricorda di sanificare approfonditamente i componenti del tiralatte almeno una volta al giorno dopo la regolare pulizia. È importante poi verificare che ogni singolo componente sia asciutto prima di conservare il dispositivo nell’apposito contenitore, la cui igiene non deve essere a sua volta trascurata.
Organizza bene ogni sessione di estrazione
Non solo organizzare la cadenza delle estrazioni è strategico, ma anche organizzarsi bene prima di ogni sessione avviando l’operazione dopo aver appurato che tutto sia a portata di mano consente di non incorrere in interruzioni.
Si suggerisce, a tale scopo, di adoperare un funzionale reggiseno appositamente creato per all’allattamento e l’estrazione che lasciando le mani libere garantisce grande manovra d’azione alle donne. Oltre ad ogni componente del kit del tiralatte è necessario avere a portata di mano i contenitori o le sacche in cui conservare il latte estratto, non dimenticando di tenere vicino un panno in mussola, utile per assorbire fuoriuscite.
Trova la posizione più comoda quando utilizzi il tiralatte
Mettersi comode agevola l’estrazione: quindi tra i consigli da seguire si indica di trovare la posizione migliore che fa sentire a proprio agio durante la procedura. Infatti se la donna è rilassata durante l’uso del tiralatte, questo stimola il rilascio di ossitocina, un ormone che ha un impatto positivo sullo stesso riflesso di eiezione.
Distrazione, fretta e scomodità rappresentano un ostacolo durante la sessione di estrazione del latte materno dal seno.
Gli esperti invitano le donne a ritagliarsi il tempo necessario per l’operazione, scegliendo un luogo che garantisca loro relax e riservatezza, senza trascurare una posizione comoda per quanto riguarda il busto e la schiena.
Come agevolare l’estrazione?
È vantaggioso tenere la coppa che si posiziona sul seno ben ferma, aiutandosi con il pollice e l’indice; mentre con il palmo e le altre dita si deve reggere la mammella, facendo attenzione a spingere la coppa verso il seno, ma senza esercitare pressione.
Mentre si esegue la procedura si suggerisce di regolare la respirazione, inspirazioni profondamente, oppure eseguendo altre attività distensive quali sentire musica o farsi fare un massaggio alla schiena.
Impara a rendere l’estrazione del latte più abbondante e pratica
I modelli di tiralatte in commercio, elettrici oppure a batteria, sono in grado di sollecitare l’erogazione, ma ci sono dei rimedi che stimolano la produzione di latte ed agevolano l’estrazione.
Oltre agli effetti benefici di uno stimolante massaggio al seno, prima e nel corso dell’uso del tiralatte, si suggerisce anche un impacco caldo applicando localmente, prima dell’estrazione, un asciugamano caldo ma non troppo. Questi metodi pratici sono utili per stimolare la produzione di latte e per rendere più agevole la raccolta.
Come confermato dall’esperienza, anche il contatto tra la pelle della mamma e quella del suo bambino prima e nel corso dell’estrazione aumenta la produzione di latte. In questo caso interviene il calore ma anche lo speciale legame materno, che fa rilasciare ossitocina, che rende più piacevole la pratica, oltre a far registrare un’efficace stimolazione.
Anche il contatto con un gioco oppure un capo di abbigliamento del piccolo, durante l’estrazione, determina un incremento del livello di ossitocina che agisce positivamente sul flusso del latte materno.
Sfrutta al meglio il flusso di latte
Durante la raccolta del latte materno con il tiralatte è bene prestare attenzione al riflesso di eiezione che determina un aumento della produzione del liquido. Le mamme devono quindi imparare a percepire il passaggio dalla stimolazione alla fase di estrazione, con il latte che fluisce con maggiore impeto per sfruttare così il flusso in modo vantaggioso, e raccogliere un maggiore quantitativo di latte.
Non trascurare comodità e livello della suzione del tiralatte
Nel corso dell’estrazione del latte dal seno è opportuno impostare il tiralatte al suo livello più alto mantenendo una posizione comoda, che garantisce agio e distensione. Queste condizioni, come evidenziato da alcuni indagini condotte sul tema, consentono di estrarre un volume di latte analogo a quello che il bambino beve nel corso della suzione durante l’allattamento al seno.
Il consiglio degli esperti è quello di allenarsi a trovare il livello ideale della suzione del tiralatte, aumentando in modo graduale nel corso delle prime esperienze con il dispositivo la potenza di pompaggio, fino a percepire il proprio limite: una volta avvertito un certo disagio è bene abbassare leggermente la suzione.
Durata delle sessioni di estrazione: ecco come ottimizzarle
Quando la produzione di latte della neo mamma si stabilizza, una fase che si registra attorno alle 4-6 settimane di vita del neonato, si possono impostare in modo del tutto personale le durate delle estrazioni, ottimizzando il tempo a disposizione.
Tuttavia si tratta di un’operazione che dipende strettamente dal singolo soggetto: alcune donne per via del numero di eiezioni devono sottoporsi a sessioni di estrazione più lunghe per via del flusso di latte.
Però ogni mamma ha un proprio ritmo di flusso che si registra durante le diverse estrazioni, ma come si riconosce?
Basta osservare la quantità maggiore di latte estratta con il tiralatte, soffermandosi sui getti che sgorgano dal capezzolo. In caso di eiezioni di latte durante la fase iniziale di estrazione, allora si raccoglie la maggiore quantità di liquido nei primi minuti dell’estrazione. Se invece si osservano molte emissioni oppure ritardate allora la durata dell’estrazione si deve prolungare per drenare il seno.
Quando è consigliato il tiralatte doppio?
In caso si metta in conto di estrare il latte dal seno con regolarità, è indicato l’utilizzo di un tiralatte doppio che determina un sostanziale aumento del livello di prolattina, per via di un più incisivo effetto del riflesso di eiezione durante ogni sessione di raccolta. In pratica, l’estrazione doppia determina un aumento di circa un quinto della produzione di latte, rispetto all’estrazione con un normale tiralatte; in più si estrae un liquido con un più alto contenuto di grassi. La doppia estrazione di latte materno non solo fa risparmiare tempo ma stimola anche un maggiore volume di latte.
Dolore e disagio quando si usa il tiralatte: una spia da non sottovalutare
Se l’estrazione del latte con il tiralatte risulta dolorosa, o crea disagio, ma anche se determina la formazione di vesciche o lesioni a carico di capezzoli e seno è raccomandabile ridurre l’uso del dispositivo.
Si suggerisce comunque di rendere agevole l’estrazione del latte materno adoperando una coppa per il seno su misura, in modo anche da non ridurre la quantità di latte tirato. Una coppa non adatta che non circonda al meglio il capezzolo può causare molesti sfregamenti, che possono generare lesioni durante l’estrazione.
È importante quindi fare attenzione che la coppa per il seno sia della giusta misura, così non si crea eccessiva pressione su capezzolo ed areola, inoltre si evitano fregamenti che irritano la pelle.
Se anche i consigli raccolti in questa guida informativa per il tiralatte, che riporta le indicazioni degli esperti, non rende agevole l’uso del tiralatte, allora prima di gettare la spugna si suggerisce di consultare uno specialista dell’allattamento.