Allattamento neonato: 5 problemi comuni
Allattamento neonato: i 5 problemi più comuni
Nei primi mesi di vita di un bambino, la neo mamme si ritrova alle prese con alcuni problemi legati all’allattamento. Con la dovuta calma, evitando di andare nel panico è possibile trovare le giuste soluzioni, seguendo alla lettera i consigli degli esperti.

- Lontana dal bambino allattato al seno, cosa si può fare?
- Ritorno al lavoro: come allattare il bambino?
- Come capire se le richieste di latte del bambino sono poppate di conforto?
- Come si può agevolare il passaggio dall’alimentazione mista al solo allattamento al seno?
- Come stimolare il bambino che ha perso interesse per l’allattamento?
La figura del consulente dell’allattamento negli ultimi anni ha assunto grande rilievo, diventando una specialista a cui si rivolgono non poche donne. Seguendo i consigli degli esperti si possono così superare le più comuni difficoltà che le mamme affrontano nel corso del periodo dell’allattamento al seno. Anche dopo aver impostato una collaudata routine non è sempre facile conciliare poppate e quotidianità, soprattutto se dopo la gravidanza la donna è costretta a rientrare al lavoro.
Destreggiarsi in modo funzionale davanti a difficoltà e problemi che si incontrano solitamente se si allatta il neonato al seno nei primi mesi di vita, quindi potrebbe essere utile il confronto con altre mamme oltre che seguire le linee guida degli esperti. Guardiamo ora quali sono i dubbi e le difficoltà che con maggiore frequenza si insinuano nel periodo in cui le donne sono impegnate con l’allattamento al seno.
Lontana dal bambino allattato al seno, cosa si può fare?
Indipendentemente della causa che porta ad allontanarsi dal bambino, o che impedisce di allattare al seno si può optare per l’uso del tiralatte, che consente di poter conservare il latte estratto, in una o più sessioni, e poi darlo al piccolo nel corso delle poppate. La strategia di estrarre il latte da dare al bambino in caso di assenza della madre, una volta che l’allattamento è diventata una prassi abituale, con una propria regolarità e ritmo stabilizzato, si può adoperare il tiralatte.
Una volta estratto il latte, può essere conservato, facendo attenzione ad igiene e cautela, in frigorifero o nel congelatore. Dopo le prime esperienze con l’estrazione del latte materno, si riuscirà a comprendere meglio quale è il momento più adeguato per sottoporsi ad una sessione di estrazione.
Ogni donna trova la sua routine in base alle personali abitudini e tenendo conto delle esigenze del proprio bambino. Gli specialisti ricordano che nel corso della raccolta del latte, potrebbe occorrere del tempo prima che l’estrazione diventi più efficiente e soddisfacente.
Per ottenere dei buoni risultati nelle varie sezioni di estrazioni è importante impostare una giusta frequenza, usando il tiralatte regolarmente quando si vuole oppure è necessario saltare una poppata. Infatti è importante che le donne imparino ad impostare il giusto ritmo con cui allattare, in modo da mantenere una soddisfacente produzione di latte. L’estrazione dovrebbe avvenire regolarmente nell’arco della giornata senza dover aspettare che il seno risulti pieno prima di drenarlo.
Ritorno al lavoro: come allattare il bambino?
Le mamme lavoratrici devono fare i conti, dopo qualche mese dal parto con il ritorno sul posto del lavoro che porterà a stare lontane dal proprio bambino. È quindi fondamentale scegliere dei metodi utili che aiutano a gestire l’allattamento, rendendo l’estrazione del latte un appuntamento pratico ed agevole. Per soddisfare le richieste del bambino, la cui alimentazione liquida è una costante fino al sesto mese di vita, si suggerisce di creare una piccola scorta di latte.
Le mamme che lavorano fuori casa possono impostare delle regolari sessioni di estrazione, per stimolare e mantenere un’adeguata produzione di latte. Inoltre è importante assicurarsi che il bambino abbia una quantità sufficiente di latte per il giorno successivo. In alcuni posti di lavoro è possibile avere a disposizione di spazi ad hoc dove si forniscono direttamente alle mamme kit e riservatezza per estrarre in totale sicurezza il latte.
Anche i dispositivi per l’estrazione del liquido sono sempre più funzionali ed efficienti: i moderni tiralatte come nel caso di quelli che consentono l’estrazione doppia si dimostrano facili, ed in grado di ridurre i tempi di raccolta del latte.
Infatti con il tiralatte doppio si registra mediamente una raccolta di latte superiore del 18% rispetto all’estrazione di un seno per volta, e presenta una composizione più ricca di grassi e di calorie. Grazie a delle estrazioni che ricalcano la stessa frequenza con cui si è solite allattare, si stimola la produzione e si contrastano conseguenze legate a: dotti bloccati, ingorgo ed eventuali casi di mastite.
Come capire se le richieste di latte del bambino sono poppate di conforto?
La suzione nei primi mesi di vita di un neonato rappresenta anche un momento di conforto, una pratica con cui si rilassano e si sentono protetti e coccolati. Ecco perché capezzolo, tettarella del biberon e ciuccio finiscono per essere assimilati molto spesso dal piccolo, che identifica il seno materno non solo come fonte di nutrimento.
Di fatto quando si allatta il neonato non solo si risponde al senso di fame, ma gli si fornisce anche un momento di conforto poiché si verifica la cosiddetta “suzione non nutritiva”. In questa fase il piccolo resta attaccato al seno ma non succhia, perché trova piacevole ciucciare il capezzolo per rilassarsi e calmarsi.
Quando un bebè ha bisogno di sentirsi rassicurato è necessario non sottovalutare le sue richieste ed assecondalo. Infatti le poppate di conforto rappresentano una fase di transizione, che dura per un breve periodo, una volta che il bambino si sentirà più sicuro abbandonerà questa abitudine, attaccandosi solo per nutrirsi.
Molte mamme in apprensione per la crescita neonatale spesso si chiedono se il proprio latte sia sufficiente e nutriente. Per dissipare dubbi e per spazzare via le preoccupazioni sull’allattamento del neonato, è bene far fede ai bisogni del piccolo, ossia se la sua produzione giornaliera di pannolini bagnati e sporchi determina più cambi, senza tralasciare il suo peso corporeo e le visite pediatriche.
Come si può agevolare il passaggio dall’alimentazione mista al solo allattamento al seno?
Confermati i benefici del latte materno sulla crescita e sulla salute del neonato, e poi nei primi mesi di vita, non tutte le mamme possono fare affidamento su una sufficiente quantità di latte. Per stimolare la maggiore produzione si deve allattare il neonato regolarmente: così il volume di latte raggiunge una quota soddisfacente.
Chi è stata costretta ad integrare il proprio latte con quello in polvere, abituando il bambino ad un’alimentazione mista per qualche settimana, ha modo di recuperare, aumentando la produzione di latte. Per maggiori informazioni, ed in caso di quesiti è meglio rivolgersi ad un consulente o specialista per l’allattamento che saprà indicare la strada giusta da percorrere per intraprendere un percorso il più possibile personale ed efficace.
Ecco alcune indicazioni che potrebbero fornire la giusta soluzione:
Per stimolare la produzione di latte si dovrebbe coinvolgere il bambino: più spesso si nutre al seno più latte si produrrà. Ma è utile anche sottoporsi eventualmente ad estrazioni del latte quando si allatta al seno e si nota una scarsa quantità. In alternativa si può sperimentare l’estrazione doppia che è un valido aiuto per incrementare il volume di latte.
Gli esperti suggeriscono di beneficiare degli effetti del contatto pelle a pelle tra corpo materno e quello del bambino, che favorisce l’attivazione dell’ossitocina, che incentiva una maggiore produzione di latte inoltre garantisce un effetto rilassante su mamma e figlio.
È necessario ridurre gradualmente l’alimentazione a base di latte in polvere, evitando di interromperla bruscamente, passando a quella esclusivamente al seno. Mentre la produzione di latte materno incrementa si può man mano eliminare una poppata con latte artificiale, sostituendola con quella con il latte materno. Nel corso del periodo di transizione è bene poi osservare se il piccolo si nutre bene, facendo attenzione a peso ed alla quantità di pannolini che sporca con i suoi bisogni.
Come stimolare il bambino che ha perso interesse per l’allattamento?
Nel caso in cui il bambino rifiuta il seno con una certa frequenza, non c’è da allarmarsi, perché si tratta della fase ribattezzata “lo sciopero del poppante”. Questo comportamento di solito non si deve interpretare come un suo rifiuto categorico al latte materno, ma solo al fatto che è distratto.
Nel corso dei primi mesi di vita gli occhi del piccolo vanno incontro a diversi step di affinamento, e mentre la sua vista si perfeziona ad attirarlo saranno prima delle distrazioni vicine e poi più lontane. Il temporaneo disinteresse per il seno materno, fonte di nutrimento, può anche dipendere da alcune circostanze da inserire nello specifico contesto della poppata, ma anche a disagi quali:
- congestione nasale
- colichette
- lesioni della bocca
- dolore alle gengive
Nei bambini di qualche mese poi quello che le mamme avvertono come una sorta di perdita di interesse per l’allattamento è invece dovuto al fatto che il latte è più concentrato, e lo stomaco del piccolo si riempie prima. In più il suo senso di sazietà viene appagato dalla maggiore rapidità con cui si nutre.
Allattamento neonato: ecco come comportarsi:
- Munirsi di molta pazienza, per attendere che la fase di sciopero passi, facendo comunque attenzione che il bambino si nutra adeguatamente, nel corso delle poppate con il latte estratto.
- Non si deve trascurare la posizione in cui si allatta che potrebbe essere vista dal piccolo come non comoda, ostacolando la sua tendenza a muoversi. Quando si attacca al seno il piccolo deve sentirsi comodo e deve avere la possibilità di muovere la testa, in modo da respirare mentre succhia il capezzolo. Anche il posto in cui si allatta deve invitarlo a stare rilassato e tranquillo, quindi è meglio evitare rumore, troppe persone o distrazioni.
- Per mantenere un buon livello di produzione di latte si ricorda di ricorrere alle sessioni di estrazione e poi provare a dare il latte materno estratto con il biberon. Si sconsiglia di integrare con latte in polvere quando non necessario, perché potrebbe incidere negativamente sulla stessa produzione di latte. Se il bambino assume con regolarità il latte materno estratto, anche se rifiuta di attaccarsi al seno non ci sono problemi. Solo se si osserva un ritardo nella crescita o se non bagna e sporca i pannolini con frequenza questo potrebbe destare preoccupazione.
- Non si deve in alcun modo forzare il piccolo a bere dal proprio seno, allattare deve essere una piacevole esperienza per mamma e bambino. È importante creare un clima disteso e rilassato per sfruttare il contatto pelle a pelle, e stimolarlo con dolcezza ad attaccarsi da solo al seno.
Chiedere aiuto ad un consulente o specialista per l’allattamento potrebbe essere la strategia vincente per migliorare abitudini, e soddisfare al meglio le esigenze del bambino.