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Home > Scuola > Grammatica > Analisi grammaticale: come si fa, a cosa serve

Analisi grammaticale: come si fa, a cosa serve

Grammatica

Analisi grammaticale

La comprensione ed il corretto uso dei termini alla base dell’italiano parte dalla conoscenza delle regole alla base dell’analisi grammaticale, un ricordo lontano per i più grandi relegato alla scuola elementare ma che andrebbe rispolverato di tanto in tanto.

analisi grammaticale,
freepik.com

Spesso infatti le regole grammaticali hanno bisogno di piccoli ripassi per fronteggiare alcune perplessità che spuntano fuori soprattutto quando si è alle prese con la lingua italiana scritta.

Senza vergognarsi, quindi bisognerebbe andare a risfogliare il libro di grammatica italiana, nel caso in cui non si ricorda il corretto lessico alla base della nostra lingua. Destreggiando al meglio il procedimento con cui si esegue l’analisi grammaticale sarà possibile quindi acquisire una sorta di meccanismo che permette di individuare ogni singola categoria lessicale di una parola, che è presente all’interno di una frase, assegnandole il suo ruolo specifico.

Come si fa l’analisi grammaticale?

Con un po’ di pratica si riuscirà a padroneggiare questo procedimento, che porta a precisare il ruolo e le caratteristiche delle diverse parti del discorso, le quali si ripetono negli enunciati della lingua italiana.

Grazie all’analisi grammaticale si può identificare l’appartenenza lessicale di ogni parola usata in un dato contesto, definendo dunque quale sia la parte del discorso che corrisponde a ciascuna parola, con la quale si snoda una frase. In poche parole si deve designare la funzione di ogni termine precisando se si tratta di: un articolo, un aggettivo, un nome, un verbo, un pronome, una congiunzione, un avverbio, una preposizione, un’interiezione oppure un’esclamazione.

Analisi grammaticale: il metodo corretto per attribuire il senso alle parti del discorso

Ogni parola che si ritrova all’interno di una frase ha un suo ruolo nel contesto dell’enunciato, e la sua specifica identità le conferisce il ruolo di categoria lessicale. Per tale ragione il ruolo centrale dell’analisi grammaticale consiste proprio nell’identificare la funzione di tipo grammaticale che ogni mattoncino della nostra lingua ricopre in una frase.

La lingua italiana si articola in 9 mattoncini definiti parti del discorso, che fanno riferimento alle diverse categorie lessicali, si tratta di:

  • articolo
  • nome o sostantivo
  • verbo
  • aggettivo
  • pronome
  • avverbio
  • preposizione
  • congiunzione
  • interiezione

A loro volta queste parti del discorso, per convenzione, si distinguono in due grandi gruppi, ossia:

  • le parti variabili del discorso: articolo, sostantivo, verbo, aggettivo, pronome;
  • le parti invariabili che sono: avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione.

Questa distinzione si deve al fatto che alcune parti variabili del discorso sono soggette a variazioni, in quanto si aprono alla declinazione che fa riferimento principalmente a genere e numero, mentre il verbo che è soggetto alla coniugazione discrimina anche tempo, modo, ed altre voci. Per quanto riguarda invece le parti invariabili si tratta di categorie lessicali che non cambiano mai forma nel contesto fraseologico.

Essere consapevoli di questa prima distinzione è importante per procedere con l’analisi grammaticale in modo spedito, evitando così di commettere errori.

Analisi grammaticale: ecco che farla nel modo giusto

Dopo aver fatto chiarezza in riferimento alle diverse parti del discorso che compongono la lingua italiana, si può partire con il procedimento che porta ad associare ad ogni componente di una frase il suo ruolo all’interno del discorso.

Facciamo un esempio pratico, analizzando la seguente frase: Il professor Rossi ha interrogato parecchi studenti. Nel sottoporre ad indagine questa frase, si deve quindi partire dallo scomporla nei vari costituenti che devono essere scritti in verticale, per ragioni di comodità e chiarezza:

Il
professor
Rossi
ha interrogato
parecchi

studenti

Dopo questa prima operazione, che porta a scrivere in verticale tutti i termini, si devono in seguito precisare le funzioni ed i dettagli di ciascuna voce, esaminando una parola per volta, ed il contesto in cui viene inserita.

Quando si analizzano le parti variabili del discorso si devono indicare tutti i suoi tratti distintivi in modo esaustivo. Ecco come si deve analizzare ogni categoria lessicale, quando si esegue l’analisi grammaticale:

  • Articolo, segnalando se si tratta del tipo determinativo, indeterminativo oppure partitivo, per poi indicare il genere (maschile o femminile) ed il numero (singolare o plurale).
  • Nome, di cui indicare la forma (primitivo, derivato, alterato, composto), il significato, precisando se si tratta di un sostantivo concreto oppure astratto, se è un nome comune oppure proprio, ma anche se si è al cospetto di un nome individuale o collettivo; si deve poi indicare il suo genere e numero.
  • Aggettivo, precisando la sua categoria (qualificativo, dimostrativo, indefinito, possessivo, numerale, interrogativo, esclamativo); si deve poi identificare la sua struttura (se si tratta di un aggettivo primitivo, derivato, composto, alterato; l’analisi si completa individuando genere e numero.
  • Verbo, l’analisi grammaticale in questo caso parte dall’indicare il genere (transitivo, intransitivo), la sua funzione, passando poi all’individuazione di: coniugazione, modo, persona ed infine numero.
  • Pronome, per questa parte del discorso si deve precisare se è una forma pronominale: personale, possessivo, dimostrativo, relativo, indefinito, interrogativo/esclamativo. L’analisi deve poi completarsi assegnando il genere (maschile, femminile) ed il numero (singolare o plurale).

Nel caso invece delle parti invariabili del discorso, si devono segnalare nel corso dell’analisi grammaticale, informazioni quali:

  • Avverbio, è necessario indicare il tipo (quantità, luogo, modo, tempo, giudizio, interrogativo) come anche il suo grado (ossia se è un avverbio: positivo, comparativo, superlativo).
  • Congiunzione, indicandone il tipo (semplice, composta, locuzione); si deve poi identificare la sua funzione, avendo a disposizione una ricca selezione di opzioni (copulativa, aggiuntiva, disgiuntiva, coordinativa, dichiarativa, avversativa, conclusiva, correlativa, subordinativa, temporale, eccettuativa, concessiva, modale, interrogativa, dubitativa, esclusiva, causale, finale, condizionale).
  • Preposizione, si deve indicare se si tratta di una preposizione propria (semplice oppure articolata), una preposizione impropria o di una locuzione prepositiva;
  • Interiezioni, indicandone la forma che può essere propria, impropria, ma può trattarsi anche di una locuzione interiettiva.

Quindi, come si esegue correttamente l’analisi grammaticale?

Si deve scomporre la frase nelle varie parti del discorso, da sottoporre ad esame individuando così gli eventuali articoli, di cui specificare se si tratta di un determinativo oppure indeterminativo, segnalando poi numero e genere. Si deve poi precisare dinanzi ad un eventuale sostantivo se si tratta di un nome proprio o di uno comune, ed in seguito precisare se si tratta di una persona/cosa/animale non dimenticando l’indicazione del singolare o plurale ed a seguire quella del genere.

Dinanzi poi alla voce del verbo è necessario riportare la coniugazione (prima, seconda, terza) precisando la persona (singolare o plurale), il modo, il tempo. Di fronte poi ad aggettivi, avverbi, preposizioni si deve precisare il tipo soffermandosi su tutte le peculiarità che ne identificano i tratti distintivi.

Con un po’ di pratica i bambini alle prese con le prime analisi grammaticali impareranno a destreggiare come si esegue questa procedura, che attribuisce ad ogni parola che dispiega una frase la sua connotazione di parte del discorso.

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Katia

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